Titolo: Gli otto pilastri della prosperità (Eight pillars of prosperity).
Autore: James Allen.
Argomenti: legge d’attrazione, nuovo pensiero, ricchezza, crescita personale.
Editore: Anteprima Edizioni.
Anno: 1911.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Bentrovati a questo nuovo articolo di approfondimento, dedicato stavolta a James Allen e al suo Gli otto pilastri della prosperità.
Come nostro solito, vediamo alcuni brani estrapolati dal testo in questione.
La prima citazione de Gli otto pilastri della prosperità esprime il concetto di fondo: i risultati esterni sono il riflesso di un lavoro interiore, come peraltro è ovvio che sia (come potrebbe essere il contrario?).
“Chi ambisce a costruire qualcosa di solido e delegato deve prima di tutto scavare in profondità.
Soltanto così potrà erigere una cuspide innanzi al cielo, soltanto così potrà sviluppare abilità e conoscenza.
Dunque, indirizza l’energia nel modo giusto ed erigi tu stesso l’edificio del tuo successo.”
Il principio vale sia per il singolo (nel micro) sia per un intero popolo (nel macro).
“E opinione comune che individui e nazioni possono raggiungere una maggiore prosperità soltanto attraverso una ricostruzione politica e sociale.
Ma tale ricostruzione non potrai essere efficace a meno che gli individui che compongono la nazione si dedichino alla pratica delle virtù morali.
Un comportamento morale da parte degli individui di una comunità sarà sempre seguito da un miglioramento nelle leggi e nella condizione sociale, ma non esiste decreto legislativo capace di rendere prospero un paese, né di prevenire la rovina di un essere umano o di una nazione i quali trascurino la ricerca e la pratica della virtù, cedendo alla decadenza.”
Bene dunque ricordarsi la regola generale, più e più volte.
“Il rapporto spirituale e morale di causalità differisce dal rapporto di causalità soltanto nella forma, ma non nelle leggi.
Lo stesso principio ha valore tanto per l’invisibile – pensieri e azioni – quanto per il visibile – i fenomeni naturali.
Quando si tratta di questi ultimi il procedimento è ben evidente è l’uomo ne tiene conto, ma non essendo in grado di osservare gli stessi meccanismi nella sfera spirituale, egli crede che in quel campo non esistano e dunque agisce in disaccordo con le leggi naturali.”
E ancora, parlando del principio speculare tra dentro e fuori.
“Il visibile è uno specchio dell’invisibile.
La metà superiore di un cerchio è identica alla sua metà inferiore, ma la sfericità e capovolta poiché materia e mente non sono due archi indipendenti, bensì le due metà di un cerchio completo.
Il naturale e lo spirituale non sono divisi da una eterna ostilità, ma nell’ordine vero dell’universo sono eternamente uno.”
In tale percorso occorre, come naturale che sia, una certa disciplina e forza, giacché è proprio lo sforzo a produrre risultati tangibili.
“L’autocontrollo fa la guardia a tutte le facoltà e a tutti i poteri della nostra mente. E il sorvegliante che impedisce l’entrata gli elementi violenti e distruttivi proteggendo così successo, libertà e saggezza, i suoi più stretti compagni.
L’uomo privo di questa vigile disposizione mentale è un folle, e non esiste benessere per i folli.
Non facendo la guardia, un uomo simile lascia aperte le porte della mente a qualsiasi nefasto intruso. È talmente debole e malfermo che perde l’equilibrio ogni volta che l’impeto di nuovo stimolo lo coglie.”
Una volta applicato tale sforzo-forza, i risultati arrivano… e l’Universo saprà sempre come impiegare un tale uomo di livello superiore.
“E nella natura dei principi immutabili, come in quella giorni prodotto lavorato minuziosamente, dover sottostare a prove ed esperimenti che ne dimostrino la robustezza.
Pertanto l’uomo destinato a un grande e duraturo successo dovrà superare il peso delle avversità e il fuoco della tentazione senza che la sua natura morale ne venga scalfita in minima parte; anzi, dovrà addirittura guadagnarne in forma e bellezza.
Egli sarà come una sbarra d’acciaio lavorata con cura è adatta ad essere utilizzata nelle opere più prestigiose. Al pari del fabbro con i frutti del proprio lavoro, anche l’universo saprà trovare il modo ideale di utilizzare un uomo simile.”
Seguono adesso alcune citazioni più brevi, che spaziano lungo svariati settori delle leggi esistenziali e del percorso evolutivo, ricordando in questo anche testi celebri del passato. Non le commento perché tali spunti de Gli otto pilastri della prosperità sono autoevidenti.
“L’acqua cheta scava la roccia, e le grandi forze dell’universo sono silenziose.
Dove c’è calma si nasconde anche più grande potere.”
“Il mondo ci restituisce ciò che diamo.
Al male corrisponde il mare, al bene il bene.
A una condotta carente corrisponde un successo in perfetto; a una condotta superiore, invece, un potere duraturo risultati eccellenti.
Noi agiamo e il mondo risponde.”
“L’intenzionale eliminazione dalla vita quotidiana di tutto ciò che non è essenziale è un fattore cruciale in tutte le grandi conquiste.”
“Abbiate cura delle vostre energie più basse e le imprese più elevate si compieranno da sé.”
“Le persone sane, gioiose e longeve hanno sempre costumi moderati e sobri: la misura preserva le forze vitali, l’eccesso le distrugge.”
“Dare è un dovere essenziale quanto ricevere, e colui il quale arraffa tutto il possibile senza restituire nulla finirà per non essere più in grado nemmeno di prendere: poiché la legge spirituale dice che non possiamo ricevere senza dare, né viceversa.”
“Chi si affida alla luce di un altro potrà essere sopraffatto dall’oscurità, ma colori i quali, al contrario, faranno conto sulla propria luce dovranno curarsi unicamente di mantenerla accesa.”
Stiamo per concludere con Gli otto pilastri della prosperità, testo che ovviamente parla di prosperità interiore, e non di soldi-pezzi di carta.
La penultima citazione sintetizza il noto fatto: l’esterno riflette le energie interiori che si sono sviluppate, per cui occorre lavorare (prima) su quelle, e non su cose del mondo fenomenico (o almeno ciò in secondo luogo, come conseguenza scontata).
“Proprio come un uomo non può diventare un grande letterato scrivendo poemi, saggi e drammi, se prima non acquisisce e sviluppa l’anima del genio (e allora la scrittura seguirà come un aspetto alla sua causa scatenante), così non si acquisisce prosperità ammassando denaro o acquistando beni e proprietà immobiliari, bensì sviluppandone e facendo propria l’anima della virtù (e allora i beni materiali seguiranno come un effetto alla causa), poiché lo spirito della virtù e lo spirito della gioia e contiene dentro sé tutta l’abbondanza, la soddisfazione e la pienezza della vita di un uomo.
Non esiste gioia nel denaro, né nella proprietà, né nell’ accumulazione di beni o in qualsiasi altro oggetto materiale: essi sono morti e privi di vita. Lo spirito della gioia deve dimorare dentro l’uomo, egli non lo troverà in nessun altro luogo.”
Ultima citazione, sulla libertà… e ancora una volta abbiamo il principio di sovranità, centratura e ricchezza interiore.
“Chi vuole dire libero, dovrà innanzitutto essere libero dentro: se il suo spirito è legato indissolubilmente a debolezza, egoismo o vizio, non potrà certo essere il denaro a liberarlo.
In un uomo tanto irresoluto, esso non si trasformerà piuttosto in uno strumento di schiavitù?”
E così abbiamo concluso con Gli otto pilastri della prosperità di James Allen.
A presto e buone cose a tutti.
Fosco Del Nero
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