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Krishnamurti – Sintesi dell’insegnamento – Jiddu Krishnamurti, Bruno Ortolani (approfondimento)

19 Set 2016 | Crescita personale, Esistenza, Spiritualità

Product by:
Jiddu Krishnamurti, Bruno Ortolani

Reviewed by:
Rating:
5
On 19 Settembre 2016
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Il libro Krishnamurti - Sintesi dell’insegnamento, curato da Bruno Ortolani sulla base di discorsi tenuti da Jiddu Krishnamurti nel corso degli anni, in recensione ha avuto un’eccellente valutazione...

Krishnamurti - Sintesi dell’insegnamento - Jiddu Krishnamurti, Bruno Ortolani (esistenza)Titolo: Krishnamurti – Sintesi dell’insegnamento.
Autore: Jiddu Krishnamurti, Bruno Ortolani.
Argomenti: evoluzione personale, spiritualità esistenza.
Editore: L’Età dell’Acquario.
Anno: 2003.
Voto: 8.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Il libro Krishnamurti – Sintesi dell’insegnamento, curato da Bruno Ortolani sulla base di discorsi tenuti da Jiddu Krishnamurti nel corso degli anni, in recensione ha avuto un’eccellente valutazione.

Ora approfondiremo il testo con alcune citazioni da esso estrapolate, in modo da percepire meglio i suoi contenuti.

Partiamo da un’interessante citazione su carattere e volontà, che dalla gran parte delle persone sono visti come cose positive, ma che in realtà riportano inesorabilmente all’ego… e ai suoi drammi.
“Qual è il vero valore del carattere e della volontà per l’individuo?
Nessuno, dal mio punto di vista… ma ora, vi prego, non mettetevi a pensare in termini di opposti ritenendo forse di dover diventare abulici.
La volontà, se ben guardate, è l’idea che fa dire “io devo” oppure “io non devo”, e una tale idea è sempre connessa al desiderio di conseguire qualcosa, ma ogni conquista non è che resistenza, conflitto e schiavitù. La stessa cosa vale per il carattere che altro non è che un recinto di difesa contro le pressioni che la società esercita contro di noi.
Più grandi sono volontà e carattere, più forte è la coscienza dell’io, perché la volontà nasce appunto dalle resistenze e reazioni che la coscienza dell’io ha provocato. È quella resistenza che nasce quando perseguite l’acquisizione, quando volete riuscire, quando rincorrete la virtù, e in tutto questo vi è limitazione e paura.
Tutto questo vi potrà sembrare assurdo perché siete talmente invischiati nel conflitto dell’acquisizione che vi chiedete cosa mai potrà essere un uomo senza volontà, senza conflitti, senza resistenze.
Ebbene, io vi dico che è il solo modo di vivere, e che non è affatto un lasciarsi trascinare dalle circostanze come voi potreste pensare.
Quando vi è la comprensione, la visione immediata di quel che è vero, il conflitto sparisce e con esso la creazione di quelle resistenze che chiamiamo volontà e carattere che sono come delle colorazioni che pervertono la chiarezza dell’acqua di sorgente.”

Segue un’altra citazione su volontà e dintorni.
“Chiedetevi perché dipendete in tale modo dalla volontà, pensando forse che essa sia un attributo della libertà.
Dopo tutto la volontà è l’agente del desiderio, e noi abbiamo visto che il desiderio crea le illusioni e perseguendo il piacere incontra il dolore, che viaggia sul suo stesso carro.
Dove c’è volontà c’è conflitto, resistenza, illusione, dolore e isolamento.
Esiste invece un’altra qualità di vita che presuppone la chiarezza e la compassione, e fluisce naturalmente come le acque del fiume, siano esse impetuose o placide, e in questo fluire non ha posto la volontà.
Se tratterete coi fatti anziché con le idee, allora sarete persone serie e non sciuperete inutili energie ricorrendo fantasmi.
Vi ritroverete allora con una straordinaria vitalità e un’impensata chiarezza che sono già il profumo della meditazione.”

E, a proposito di ego, divisioni e conflitto, ecco un’asserzione tanto sintetica quanto illuminante.
“Se il pensiero è frammentato, tutto ciò che produrrà lo sarà parimenti, mentre la vita è cosa sacra, unitaria e totale.”

Ancora sulla frammentazione del pensiero dell’ego… ma anche sulla sua utilità.
“Il pensiero ha un suo pratico settore nel quale è utile e anzi indispensabile, e lì deve produrre l’abilità mediante l’accumulazione del sapere che serve per guidare una vettura, apprendere un mestiere, una professione, una tecnica, formare una specifica cultura e così via.
Ma lì deve stare e non deve avere la pretesa di entrare nell’area psicologica producendo giudizi, opinioni, convinzioni, simpatie, antipatie, direttive, tutte cose che distruggono la chiarezza e cioè la possibilità di vedere i fatti anziché le immagini che ci costruiamo.
Qualunque cosa faccia, il pensiero è frammentario e limitato. Tutte le sue creazioni sono quindi ingannevoli.”

Adesso vi propongo un brano di una quindicina di righe un poco più dettagliato sui meccanismi del pensiero… e sul modo più “vero” di approcciarsi alla realtà dell’esistenza.
“Se sapremo penetrare nella segreta officina del pensiero, vedremo che il cervello registra tutto. È come un gigantesco elaboratore elettronico che agisce per via biologica e con una sottigliezza sconosciuta agli analoghi dispositivi costruiti dall’uomo.
Il pensiero registra tutto e mette in riserva per sentirsi sicuro, perché la memoria e il sapere sono il suo scudo, ma esso diventa in tal modo prigioniero del tempo che è implicito in ogni programma, perdendo la libertà e la possibilità di incontrare la freschezza e la novità della vita.
Il nostro compito è quello di scoprire se sia possibile lasciarsi investire e trapassare dai fatti senza che ne avvenga registrazione alcuna, perché proprio in ciò consiste la radicale trasformazione psicologica di cui stiamo parlando.
Si tratta di essere totalmente aperti a quel che ci accade, in modo da esaurirlo sul momento anziché portarlo con noi, cosicché il terreno della nostra psiche si presenta vergine per le successive sopravvenienza, spezzando in tal modo la continuità creata dal pensiero, continuità che non esiste nella realtà dei fatti.
Tale eventualità di non registrare, di non accumulare e di ripartire sempre da zero esiste, ed è l’essenza della meditazione e della vera vita religiosa che apre la porta a quella nuova dimensione non contaminata dal pensiero nella quale non trovano posto dolore, conflitto, ansietà e paura.”

È il caso dunque di porsi una domanda…
“Chiedetevi se, psicologicamente, esiste un domani.
Il tempo psicologico è illusoriamente creato dal movimento del pensiero, che è sempre dispersivo e frammentario, e voi dovete vedere e capire la realtà del fatto che nel pensiero e nelle sue creazioni non vi può essere sicurezza alcuna.
Se saprete vedere la verità del fatto che il tempo psicologico è una illusoria creazione del pensiero e che in entrambi non può esistere sicurezza alcuna, allora avrete capito in che cosa consiste il meccanismo mentale, e tale comprensione è il risveglio dell’intelligenza.
La comprensione del movimento del pensiero è intelligenza, un’intelligenza che non è né mia né vostra ed è incommensurabile.
Se voi saprete vedere una tal cosa sarete fuori dai lacci del tempo e delle sue effimere sicurezze e distrazioni.”

Il rischio del “tempo psicologico” è quello di rimanere addormentati.
“I preti di tutto il mondo vi parlano del Supremo, di illuminazione, grazia, paradiso, moksha e vi addormentano nel profumo dell’incenso o del sandalo. E i comunisti vi prospettano lo stato perfetto sventolando le loro bandiere rosse.
Ma tutto è nel domani, ed ecco che ciò che è “ora” è svuotato e perde ogni importanza a vantaggio di quel fantomatico avvenire.
“Ciò che dovrebbe essere” è il trucco del pensiero per sbarazzarsi di “ciò che è”.
Cercate di capire questo semplice fatto, perché se lo saprete vedere nella sua evidenza e assurdità spezzerete la grande illusione e dal diretto incontro con i fatti e con le cose verrà allora una pace e un’energia esento dallo sforzo della volontà, dal conflitto, dal dolore e dalla paura.
“Ciò che dovrebbe essere” svanirà come nebbia al sole del mattino e voi resterete con “ciò che è”, ovvero con l’Esistenza come tale, fuori dai lacci del tempo e dunque nell’Eternità.”

Qual è la soluzione allora?
È sempre la solita, e i maestri ne hanno parlato per millenni: lo scioglimento dell’ego.
“L’essenza di ogni vera religiosità è il dissolvimento dell’io.
Se saprete guardare in voi stessi senza la distorsione di una motivazione, allora vedrete ciò con chiarezza.
Se avete una motivazione, allora è il pensiero che proietta le sue memorie, le sue intenzioni, le sue fantasie, e non state realmente osservando.
L’equilibrio mentale esiste soltanto quando non c’è memoria, infatti quando fate qualcosa appassionatamente non dimenticate forse tutto il resto?”

Ed ecco la conseguenza di tale scioglimento: si è nell’esistenza, e non più persi in un tempo immaginario.
“Quando non vi è identificazione col passato, questo non opera più e la divisione fra “ciò che è” e “ciò che dovrebbe essere” non esiste più.
I fatti, allora, fluiscono in uno stato di armonia e di amore, senza la vischiosità della memoria che giudica, approva o respinge.
Solo così si costruisce la pace nel mondo.”

O, detto in altri termini…
“Sappiate semplicemente osservare ‘ciò che è’, e i fatti vi racconteranno tutta la loro storia, che non è mai un problema.
Ma voi volete modificare ‘ciò che è’ in ‘ciò che dovrebbe essere’ sulla base di un precedente programma del pensiero, e allora nasce il tempo, il problema, il conflitto.”

È così che affiora la verità.
“La verità trova il suo spazio nell’assoluta libertà e non ha nulla a che vedere con le speculazioni del pensiero.
È il ringiovanimento della mente, è la fine del tempo e del divenire.
È il dissolvimento dell’io e quindi la conquista di uno spazio psicologico infinito.
La libertà vuole spazio infinito.
Togliete dunque di mezzo il vostro nome, il vostro sapere, le vostre vanità, i vostri ricordi.
Fatelo ora, nella pienezza della vostra vitalità. Siate nulla, e quel vuoto si aprirà a qualcosa che le parole non possono descrivere.”

Stiamo arrivando alla conclusione dell’articolo.
In chiusura, aggiungo alcune citazioni lampo.
La prima riguarda il solito principio speculare dell’esistenza.
“Ciò che voi siete internamente crea l’ambiente esterno.”

E facciamo il bis, giusto per non dire che non ne abbia parlato anche Jiddu Krishnamurti.
“Quando studio me stesso studio il gran libro dell’umanità e del mondo intero, che altro non è se non una mia proiezione.”

E tris, con l’aggiunta del senso di responsabilità individuale, punto fermo di qualunque vero percorso evolutivo.
“Come essere umano, ciascuno di voi rappresenta l’intera umanità, e quel che farete influenzerà e coinvolgerà tutto il genere umano.
Se saprete realmente vedere un tale fatto, allora soltanto diverrete completamente responsabili.”

Torniamo ora alla questione dell’ego-pensiero-tempo, per sintetizzarla a beneficio dell’apprendimento-interiorizzazione.
Penultima citazione.
“Se il tempo finisce, le catene del passato cadono e giunge una vasta libertà.”

Ultima citazione, questa più poetica.
“Il vento del deserto cancella le tracce del camminatore, e la sola impronta è l’orma del presente.
Il passato e il futuro… sabbia soffiata via dal vento.”

E, detto questo, con Jiddu Krishnamurti e con il libro Krishnamurti – Sintesi dell’insegnamento è tutto.
Al prossimo articolo di approfondimento.

Fosco Del Nero

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