Newsletter

.

Archivio post

Ultimi Commenti

Contatore

Guerrieri metropolitani – Salvatore Brizzi (approfondimento)

14 Set 2015 | Crescita personale, Esistenza

Product by:
Salvatore Brizzi

Reviewed by:
Rating:
4
On 14 Settembre 2015
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Guerrieri metropolitani è un libriccino piuttosto piccolo, tanto nel formato quanto nel numero di pagine… eppure come sempre Salvatore Brizzi sforna frasi di grande impatto in grande quantità...

Officina alkemica - Salvatore Brizzi (esoterismo)Titolo: Guerrieri metropolitani.
Autore: Salvatore Brizzi.
Argomenti: crescita personale, esistenza.
Editore: Anima Edizioni.
Anno: 2014.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Guerrieri metropolitani è un libriccino piuttosto piccolo, tanto nel formato quanto nel numero di pagine… eppure come sempre Salvatore Brizzi sforna frasi di grande impatto in grande quantità, tanto che sono sempre in imbarazzo su quali proporre nell’articolo di approfondimento.

Ne sceglierò poche tra le tante, dunque, e magri anche un po’ a caso, tanto le rimanenti comunque appariranno nella pagina facebook.

Prima citazione, incentrata sull’eccessivo desiderio di vincere, che ovviamente palesa qualcos’altro.
“Investire tutto nel desiderio di vittoria sta a indicare una grande paura di affidarsi alla Vita, un bisogno estremo di doversi in qualche modo affermare. Il confine che separa la voglia di vincere dalla paura di perdere in verità è sempre stato labile.
Paradossalmente, teme la sconfitta chi dentro di sé ha già un senso di sconfitta che non vuole vedere e che vorrebbe occultare attraverso una vittoria esteriore. Ma il problema è dentro, non fuori.”

Detto che il vero obiettivo non è vincere… quale è invece?
“Lo scopo non è vincere, bensì essere sereni.
Se la mia serenità interiore dipende dalla vittoria, allora non è una reale serenità, ma solo la sua mostruosa facciata, che prima o poi mi si rivolterà contro.
Se infatti la serenità è un effetto della vittoria, allora non ci sarà negli altri momenti della mia vita e, soprattutto, non ci sarà quando verrò sconfitto.
Il che è assurdo. La serenità è la causa della vittoria, non il suo effetto. Non sono sereno se vincerò, ma vincerò se saprò restare sereno.
E visto che oramai ho raggiunto la serenità, la vittoria non sarà più una questione d’importanza capitale.”

Veniamo ora a un punto connesso con la questione vittoria-forza: l’umiltà.
“L’Umiltà è la conseguenza della completa realizzazione del proprio valore.
Infatti solo una persona che sa bene quanto vale è capace di essere umile.
Chi ha una bassa autostima tenderà a comportarsi con superbia, a ostentare le sue capacità, in quanto ha paura di essere visto nella sua pochezza.”

Ora facciamo un passo indietro e andiamo a come le persone arrivano a un certo punto, ossia al momento dell’educazione. Parliamo proprio del sistema educativo occidentale, e italiano nello specifico.
“Risulta piuttosto evidente anche a un osservatore poco attento che l’attuale sistema scolastico depriva i bambini della sensibilità verso il loro corpo. Infatti, secondo un’interpretazione moderna piuttosto inquietante di cosa dovrebbe essere l’educazione, la scuola ha smesso di formare l’individuo a trecentosessanta gradi e si limita a prepararlo al lavoro d’ufficio.
In altre parole, si va a scuola per poi trovare un lavoro e diventare dipendenti, non per comprendere come funziona il mondo.
Questo slittamento verso il basso del concetto educativo porta ad assuefare i bambini e gli adolescenti all’immobilità corporea, la stessa che dovranno in seguito tollerare per otto ore in un ufficio davanti a un computer.
La conoscenza viene indirizzata verso la specializzazione in un’unica attività, così che nel sistema lavorativo ognuno possa docilmente andare a ricoprire un ruolo specifico, senza nulla conoscere di tutto il resto… come formiche in un formicaio… come se il singolo non potesse più permettersi di avere come scopo la conoscenza del mondo in cui si trova, perché tutte le sue energie si devono indirizzare al mantenimento ordinato del sistema stesso.”

Ancora sul sistema scolastico… e su chi è chiamato in questo periodo storico a farne le veci educative.
“Se il sistema scolastico confeziona non più uomini, ma codici a barre organici da incastonare docilmente nel sistema produttivo, allora è lo sport che deve assumersi il compito di creare monaci-guerrieri, uomini e donne capaci di lottare e gestire virilmente (=vril-mente), in maniera attiva e non passiva, le contrarietà della loro vita.
Ricordiamoci che il bambino viene condotto a scuola obbligatoriamente, mentre a calcio, a danza o ad arti marziali, sebbene inizialmente possa essere stato portato da un genitore, con il tempo decide egli stesso se vuole proseguire o meno, assecondando quella che nel frattempo può essere diventata una sua passione.”

Chi dovrebbe formare il sistema educativo?
Certamente non automi o schiavi o sudditi, ma…
“Proprio oggi – più che al tempo dei samurai, dei ninja o dei templari – è indispensabile che emergano dalle macerie della civiltà occidentale nuovi monaci guerrieri.
Si deve infatti costituire una forma di “resistenza interiore”, basata su solidi principi prima ancora che sull’azione, il cui scopo è “tenere le posizioni”, non piegarsi all’assenza di spirito dell’epoca moderna, non corrompersi, non arrendersi nonostante ogni comportamento intorno a noi sembri folle e, soprattutto, paia muoversi in direzione contraria all’evoluzione spirituale.”

E insistiamo su questo punto: chi è in grado di conservare la pace? Chi è in grado di non essere asservito?
“Nessun uomo e nessuna nazione sono realmente in pace se questa pace origina dalla paura di farsi male, dal timore della reazione dell’altro o dall’aggressività repressa.
Non può infatti dirsi in pace chi non è capace di combattere.
Possono trattare la pace solo i guerrieri, non gli schiavi.”

Nelle ultime citazioni cambiamo un po’ il tiro: in questa parliamo delle traiettorie della vita e del nostro “toglierci di mezzo”.
“Sostiene Draco Daatson che il colpo perfetto non può essere sferrato da “qualcuno”. E con questo vuole dire che, affinché tale colpo sia perfetto, non deve essere presente un “io” che vuole colpire.
L’individuo che vuole colpire crea un ostacolo, un attrito… che altrimenti, in assenza di tale desiderio, non sarebbe presente.
È la Vita stessa a sferrare il colpo e andare a bersaglio, perché la Vita è Volontà Pura e non necessita della nostra piccola volontà di individui. La nostra volontà di vincere s’inframmezza fra il colpo e il bersaglio e lo “sporca”, lo appesantisce, lo fa deviare dalla rotta perfetta.”

In questa seconda invece, Brizzi va su uno dei suoi pezzi forti: il momento presente e il fuoco interiore.
“Sostiene Draco Daatson che il non attaccamento alla vita è causa ed effetto dell’immortalità sottostante. L’attaccamento alla vita e la mancata accettazione del decadimento fisico sono invece aberrazioni moderne.
La pratica della presenza nel Qui-e-Ora ci permetterà un giorno di guardare in faccia la morte senza temerla. D’altronde, sostiene Draco Daatson, il Fuoco interiore emerge in maniera prepotente solo quando la mente si sente vicino alla sua fine. L’autentica energia vitale è percepita in una situazione estrema. Il corpo, le emozioni e la mente vacillano mentre il Centro si rafforza fino a esplodere tutto il suo potere.
Questo nuovo atteggiamento va a condizionare tutte le manifestazioni della nostra vita. l’accettazione della morte apre dei preziosi spiragli di bellezza nella quotidianità. Si muore quando si viene abbandonati dal proprio partner e si muore quando si viene licenziati. Più in generale, si muore quando si viene rifiutati, quando le cose non vanno come vorremmo noi.
In questi frangenti, difficilmente ci comportiamo da monaci guerrieri, perché non veniamo educati a farlo, non veniamo educati a morire a noi stessi.
Affrontare le difficoltà “cavalcando la tigre” ci permetterebbe di vivere delle vere e proprie morti iniziatiche, mentre noi ci dibattiamo per sopravvivere a tutti i costi… con il solo risultato d’incrementare la nostra sofferenza.”

E siamo arrivati quasi alla fine di questo articolo di approfondimento su Guerrieri metropolitani.
Lo termino con una frase lampo, tanto breve quanto incisiva.
“Tu sei un’anima che s’è addormentata come un timoniere stanco sulla sua imbarcazione.
Sveglialo.”

E con Guerrieri metropolitani di Salvatore Brizzi ho terminato.
A presto e buone cose a tutti.

Fosco Del Nero

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo online...

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Logo Bellezza Amore Gioia
Banner pagina facebook
Banner "Il cammino del mago"
Banner canale youtube