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Il libro dei precetti aurei – Helena P. Blavatsky (approfondimento)

16 Gen 2023 | Esoterismo, Teosofia

Product by:
Helena P. Blavatsky

Reviewed by:
Rating:
4
On 16 Gennaio 2023
Last modified:16 Gennaio 2023

Summary:

"Il libro dei precetti aurei" è solo formalmente un testo di Helena P. Blavatsky, giacché lo spazio principale è dedicato ai due testi orientali che l’esoterista russa ha trovato in Oriente e tradotto (seppur parzialmente). I due testi in questione sono "Il libro dei precetti aurei" e "Le stanze di Dzyan".

Il libro dei precetti aurei - Helena P. Blavatsky (esoterismo)Titolo: Il libro dei precetti aurei (Applied magic).
Autore: Helena P. Blavatsky.
Argomenti: teosofia, esoterismo.
Editore: Giunti.
Anno: 1893.
Voto: 7.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libri, Amazon.

 

Il libro dei precetti aurei è solo formalmente un testo di Helena P. Blavatsky, giacché lo spazio principale è dedicato ai due testi orientali che l’esoterista russa ha trovato in Oriente e tradotto (seppur parzialmente).
I due testi in questione sono Il libro dei precetti aurei e Le stanze di Dzyan; il primo è il più interessante dei due, a livello di insegnamenti evolutivi, tanto che questo articolo di approfondimento conterrà solo suoi brani (niente della Blavatsky o del secondo testo).

Cominciamo la cernita dei brani tratti da Il libro dei precetti aurei con una citazione sulla mente… e su quello che occorre fare con essa.
“La Mente è la grande Distruttrice del Reale.
Distrugga il Discepolo la Distruttrice.”

Se la mente-ego-sé inferiore deve essere distrutta, occorre invece connettersi con quanto sta in alto.
“Prima che l’anima possa comprendere e ricordare, deve essere unita a Colui che Parla in Silenzio, così come alla mente del vasaio è unita la forma secondo la quale sarà in seguito modellata l’argilla.”

Segue ora una citazione più lunga, che descrive le tre porte attraverso cui il discepolo deve passare: egli deve andare anche oltre la sapienza.
“Tre aule, o Conquistatore di Mara, ti condurranno per tre stati al quarto, e da questo ai sette mondi, ai mondi dell’Eterno Riposo. Se vuoi conoscerne i nomi, ascolta e rammenta.
Il nome della prima aula è Ignoranza. È questo l’aula in cui hai visto la luce, in cui vivi e morrai.
Il nome della seconda è aula della Cognizione. L’anima tua vi troverà i fiori della vita, ma un serpente attorto sotto ogni fiore.
Il nome della terza aula è Sapienza, al di là della quale si estendono le acque senza spiagge di Akshara, la fonte indistruttibile dell’Onniscienza.
Se vuoi attraversare incolume la prima aula, non lasciare che la tua mente confonda i fuochi del desiderio, che vi ardono, con il sole della vita.
Se vuoi attraversare incolume la seconda, non fermarti ad aspirare la fragranza dei suoi fiori inebrianti.
Se vuoi liberarti dalle catene karmiche, non cercare il tuo guru in queste regioni di maya. I saggi non si attardano nei giardini dei sensi. I saggi non curano le voci seduttrici dell’illusione.
Se vuoi, o Discepolo, attraverso l’aula della Sapienza raggiungere la valle di Beatitudine, chiudi fortemente i tuoi sensi alla grande e funesta eresia della Separazione che ti allontana dalla pace.”

Il brano successivo ci dice che in noi c’è una scintilla divina e che il lavoro spirituale si fa nel cuore.
“Non lasciare che il tuo “Divino Nato”, immerso nell’oceano di Maya, si distacchi dalla Madre Universale (Anima), ma lascia che l’igneo potere si ritiri nel più intimo asilo, nella camera del cuore, nel soggiorno della Madre del Mondo.”

Uno dei lavori evolutivi più importanti tra tutti è quello sui pensieri e il livello mentale. Il libro dei precetti aurei li paragona addirittura a dei mostri.
“Lotta con i tuoi pensieri impuri prima ch’essi giungano a dominarti. Agisci con loro come essi agirebbero con te; perché, se da te risparmiati prendono radice e crescono, sappilo bene, questi pensieri ti opprimeranno e uccideranno.
Sta’ in guardia, o Discepolo, non tollerare che neppure l’ombra loro ti avvicini. Poiché questa cosa di tenebre, crescendo in grandezza e in forza, assorbirebbe l’essere tuo, prima che tu fossi pienamente conscio della presenza del nero e immondo mostro.”

Tali “mostri” vanno lasciati morire di fame; chi comincia a salire la scala avendo ancora delle zavorre interiori, inevitabilmente cadrà giù.
“Una sola è la via che conduce al Sentiero; alla sua fine soltanto può udirsi la Voce del Silenzio. La scala per cui sale il candidato è fatta di gradini di sofferenza e di pene; queste non possono essere ridotte al silenzio che dalla voce della virtù.
Guai a te, o Discepolo, se un solo vizio c’è che tu non abbia lasciato; perché allora la scala cederà e ti rovescerà indietro; il suo piede posa nel fango profondo dei peccati e degli errori tuoi, e prima che tu possa tentar di attraversare questo ampio abisso di materia, devi lavare i tuoi piedi nelle Acque della Rinunzia.
Guardati dal porre un piede ancora lordo sul gradino più basso della scala.
Guai a colui che osa contaminare un solo gradino con piedi fangosi.”

La legge del karma: nell’azione ma anche nella non azione.
“Semina atti di bontà e ne raccoglierai i frutti.
Non compiere un atto di pietà è compiere un peccato mortale.
Così dice il Saggio.”

Parliamo ora di forza e determinazione.
“Pazienta, o Candidato, come chi non teme la sconfitta, né è avido del successo. Fissa lo sguardo dell’Anima tua sulla Stella di cui sei raggio, la Stella fiammeggiante che brilla nell’oscura profondità dell’Ente Eterno, per i campi sconfinati dell’Ignoto.
Sii perseverante come chi dura in eterno. Le tue ombre vivono e svaniscono; ciò che in te vivrà per sempre, ciò che in te conosce, perché è la conoscenza stessa, non è la vita fuggevole: è l’Uomo che era, che è e che sarà, l’ora del quale non suonerà mai.
Se vuoi raccogliere dolce pace e riposo, o Discepolo, cospargi con i semi del merito i campi delle messi future.”

Parliamo adesso di centratura.
“Devi raggiungere quella fissità di mente in cui nessun vento, per quanto forte, può introdurre un pensiero terreno.
Così purificato, il santuario deve esser vuoto d’ogni azione, suono o luce terrena; e come la farfalla, presa dal gelo, cade estinta sulla soglia, così ogni pensiero terreno deve cadere morto davanti al tempio.
Ecco, è scritto: “Prima che la fiamma d’oro possa ardere con luce stabile, la lampada deve essere ben riparata in un luogo difeso da ogni vento”. Esposta alla brezza agitatrice, la fiamma vacillerà e proietterà ombre ingannevoli, scure e mutevoli sul candido santuario dell’Anima.”

Nessuno sforzo evolutivo viene mai sprecato: è legge.
“Se oggi non puoi raggiungere il Sentiero Segreto, lo potrai domani.
Sappi che nessuno sforzo, per quanto piccolo, in buona o in cattiva direzione, può scomparire dal mondo delle cause.
Neppure il fumo disperso rimane senza traccia.”

L’approfondimento dedicato a Il libro dei precetti aurei, testo a firma Helena P. Blavatsky, è concluso.
Al prossimo articolo.

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