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Lo sciamano ci parla – Riccardo Bertani, Stefano Dallari (approfondimento)

21 Dic 2016 | Narrativa

Product by:
Riccardo Bertani, Stefano Dallari

Reviewed by:
Rating:
3
On 21 Dicembre 2016
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Bentrovati a questo articolo di approfondimento del libro Lo sciamano ci parla, anche se forse sarebbe più preciso dire del poema epico Maaday-Kara...

Lo sciamano ci parla - Riccardo Bertani, Stefano Dallari (narrativa) Titolo: Lo sciamano ci parla.
Autore: Riccardo Bertani, Stefano Dallari.
Argomenti: narrativa, epica.
Editore: Verdechiaro Edizioni.
Anno: 2012.
Voto: 6.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Bentrovati a questo articolo di approfondimento del libro Lo sciamano ci parla, anche se forse sarebbe più preciso dire del poema epico Maaday-Kara, che come riportato in recensione è un antico poema dell’Altai, regione della Russia siberiana meridionale, in pratica nel bel mezzo dell’Asia.

A differenza del solito, quando introduco le citazioni con un mio commento utile a inquadrarle ed eventualmente anche a spiegarle, stavolta mi tolgo di mezzo e lascio parlare i versi, e poi ognuno ci vedrà ciò che ci vedrà.

Prima citazione, relativa all’albero del villaggio, sorta di identità nazionale del popolo.
“Nella più bella delle valli
dove convergono settanta
turbinosi fiumi
cresce il Baj Terek,
il grande pioppo
dal tronco immenso,
e, appena spunta la luna,
le sue foglie s’accendono
come fossero d’argento.
I suoi sette grossi rami
sono pieni di foglie, come
i giorni del tempo che scorre,
mentre sotto la sua grande chioma
può pascolare un’intera mandria.”

Seconda citazione, sulla tenda del condottiero Maaday-Kara.
“Cinta da nove granitiche rocce,
sulla riva del fiume,
splendente come l’oro,
si erge la grande tenda,
casa dell’alyp.
Nei pressi dell’entrata c’è
un palo d’argento
per attaccarvi i cavalli.
il palo è piantato
così profondamente
da giungere
sino al mondo sotterraneo,
mentre la sua cima
si innalza sino al cielo.”

Terza citazione, questa relativa a Koghjudej-Merghen, il figlio di Maadak-Kara.
“Il piccolo quando
è nato era senza ombelico
e stringeva in pugno
una nera pietra
con nove sfaccettature
E dopo due giorni
chiamava già “mamma”,
e a sette giorni era capace
di chiamare “papà”-
il bambino ha già rotto a calci la culla,
e per saziarlo ci vogliono
cento secchi di latte.
Ora sta dormendo
su una pelliccia di orso
e come coperta
ha una ruvida pelle di toro.”

Quarta citazione, su prove e nemici.
“Sta scritto nel destino che,
prima di battere il nemico,
dovrai superare sette inaccessibili vette,
e solo allora
potrai assaporare appieno
il respiro della terra natale.”

Quinta citazione, su alcuni precetti da osservare.
“Porta sempre rispetto
alle calvizie dei vecchi,
perché chi agisce come un lupo
rischia di essere ucciso.
Mantieniti sempre sulla retta via,
e non abusare mai
della tua forza fisica,
perché ricorda che anche i giganti
possono scivolare
inavvertitamente sul ghiaccio.
Non usare mai la freccia
senza prima prendere la mira,
e vedrai che il momento di usarla
verrà da solo.
E non gettare mai parole al vento
senza prima meditarne il valore.”

Sesta citazione, su terra e prosperità.
“D’ora in avanti lasciate
ogni contesa
e, vivendo in pace
e concordia, pensate solo a rendere
più feconde e floride le vostre mandrie
e le bianche greggi.
Amate la vostra terra
come la vostra anima.”

E con questo abbiamo terminato col Maaday-Kara e con Lo sciamano ci parla.
Al prossimo articolo e buone cose a tutti.

Fosco Del Nero

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