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Che cos’è l’illuminazione – Dafna Moscati/Siddhi (approfondimento)

22 Ago 2022 | Spiritualità

Product by:
Dafna Moscati/Siddhi

Reviewed by:
Rating:
4
On 22 Agosto 2022
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Essendo "Che cos’è l’illuminazione", di Dafna Moscati/Siddhi, un testo essenzialmente compilativo contenente interviste a vari personaggi...

Che cos’è l’illuminazione - Dafna Moscati/Siddhi (spiritualità)Titolo: Che cos’è l’illuminazione.
Autore: Dafna Moscati/Siddhi.
Argomenti: spiritualità.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 2007.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libri, Amazon.

 

Essendo Che cos’è l’illuminazione, di Dafna Moscati/Siddhi, un testo essenzialmente compilativo contenente interviste a vari personaggi, per questo approfondimento ho pensato, molto pragmaticamente, di proporre una citazione per ognuno dei personaggi citati, ossia, in ordine di comparizione, Avasa, Gangaji, Kalika, Madhukar, Maitreya, Pari, Prajnaji, Premamanda, Samarpan, Sri Vast.

Il primo brano è di Avasa, e riguarda la dicotomia tra il piccolo sé e il grande Sé, ossia tra l’ego e la Coscienza.
“L’illuminazione è svegliarsi finalmente alla realizzazione che “non c’è nessuno nel corpo”, e che quella cosa a cui ti riferivi come “me” o “io” non c’è, e non è ciò che credevi fosse.
È risvegliarsi all’improvviso al fatto che, quando usi la parola “me” o “io”, il “tu” che la sta usando è in realtà la Sorgente dell’Universo stesso che si riferisce a se stessa.”

La seconda citazione è di Gangaji, e afferisce all’importanza della presenza.
“La vigilanza è necessaria fino all’ultimo respiro.”

Proseguiamo con Kalika, che ci parla della difficoltà della meditazione.
“Per molte persone è difficile stare in silenzio o fare meditazioni.
È difficile stare in silenzio quando non hai un essere, quando non sai chi sei. È molto difficile. E fare meditazione è solo una parola, perché la meditazione è essere in meditazione con l’Universo. Non basta sedersi in silenzio e fare meditazione. Anche quello può essere un grande sforzo.
La vera meditazione accade quando ti unisci a qualunque cosa ci sia. Non importa cosa sia. Si può meditare ed essere in estasi lavando i piatti o prendendo il sole davanti al mare. È la stessa cosa, è veramente la stessa cosa dopo. Non c’è assolutamente differenza. Questa è la più grande meditazione!
Prima non puoi dire di essere in meditazione, anche la meditazione può diventare uno sforzo. Ma sul percorso magari dovrai anche sforzarti all’inizio, dovrai provare tante cose, e quando avrai provato tutto, lascerai andare tutto.”

Quarto brano proposto: Madhukar evidenzia che l’individuo non può risvegliarsi… è la Coscienza che si rivela.
“La Verità non ha bisogno di risvegliarsi, e la persona non si risveglierà mai.
Una persona è solo una persona. La Verità si rivela.
Una persona è solo una persona, non si illuminerà mai. Chi parla? La Verità non dice “Sono illuminata”, perché la Verità è la Verità. Se la persona dice “Sono illuminata” è solo ego, l’ego che parla, perché una persona non si illuminerà mai.
Una persona è solo una persona, un programma corpo-mente. Ci si augura un programma corpo-mente più chiaro, più sano, diciamo, più armonioso o più quieto. Questo può accadere, ci potranno essere delle differenze. Ma una persona non è mai sveglia, quindi è solo la Presenza che si rivela alla Presenza stessa.”

Il quinto candidato tratto da Che cos’è l’illuminazione è Maitreya Ishwara: lui ci parla dell’importanza del momento presente.
“Il fuoco dell’Adesso è pericoloso per coloro che sono attaccati ai giochi e alle illusioni.
Questi includono i tuoi desideri, il tuo bisogno di attenzione, successo, approvazione e qualsiasi cosa ti porta fuori dal tuo centro.
Sei programmato dalla Sorgente a desiderare e a raggiungere. Sei dipendente dai sogni del futuro e dalle memorie del passato. L’illusione primaria è l’identificazione della tua mente con “me”.
Immergersi nel fuoco dell’Adesso brucia via la tua ossessione con queste illusioni della mente.”

Pari, dal canto suo, sottolinea che colui che cerca e ciò che viene cercato sono la medesima cosa.
“Tu sei colui che stai cercando.”

Procediamo con Prajnaji: non è la mente che conosce, ma il cuore.
“La consapevolezza, il conoscere, non viene dalla mente, viene dal cuore… conoscere chi Io Sono.
Le persone che cercano il risveglio hanno dimenticato che loro sono Amore. La loro mente cerca l’amore fuori di loro.
Non puoi trovare ciò che già sei. Ecco perché la ricerca diventa un viaggio frustrante.”

Premananda, in quella che è la citazione più lunga proposta, suggerisce la pratica dell’autoindagine.
“Il problema è che siamo completamente attaccati al mondo, alle persone, all’“io”. È necessario trovare un modo per vedere l’illusione e questo è molto molto difficile. In un certo senso è semplice, e in un altro è quasi impossibile perché l’illusione è completa!
Quindi non c’è modo di vedere attraverso una finestra, di vedere attraverso un buco. Non c’è nessun buco. Intendo dire che crediamo che questa illusione sia reale.
Ciò che può aiutare è qualcosa chiamato “autoindagine”. L’autoindagine è una saggezza indiana antica. Probabilmente molto antica e non è solo indiana, ma in qualche modo si trova in tutte le religioni esoteriche del mondo. Se vai a Delfi in Grecia, sopra al cancello c’è scritto “Conosci te stesso”. Questa è l’autoindagine, conoscere te stesso.
Come funziona?
Durante la tua giornata, stando seduto, guidando la macchina, pulendo i piatti, camminando, mangiando, facendo tutte le cose che ritieni normali e parte della realtà, chiediti: “Chi è che sta mangiando? Chi sta guidando? Chi è che sta pensando?”. La risposta è sempre: “Io”. Io sono la star del film. Allora chiediti: “Chi sono io?”. E non c’è una vera risposta a questo… la vera risposta a questa domanda è: la Sorgente del mondo, la fonte di ogni cosa, io non sono separato da questa fonte.
Quindi, ponendosi queste domande in modo intenso, è possibile continuare a ricordare a te stesso che non sei la persona che cammina nel parco. Può sembrare un po’ strano quando lo dico a parole, ma se veramente lo fai, continuerai a ritornare a un punto fermo, un punto dove non c’è alcun movimento, dove tutto è silenzioso, tutto è pacifico.”

Il penultimo brano proposto è di Samarpan: non è mai casualità o disastro, ma progresso spirituale.
“Se qualcuno viene da me e dice: “Questa è la mia vita, sta andando a pezzi, è tutto in disordine, è completamente caotica, sta andando tutto male…”.
Io rispondo: “No, in realtà sta andando tutto bene, in realtà è perfetto! Questo è il modo in cui la vita ti sta aiutando. Questo non è un problema, questa è la medicina, questo ti sta aiutando a disilluderti, a lasciar andare l’illusione. Questo ti sta aiutando a lasciar andare l’identità. Fa male ma è bene, non c’è nulla di male”.
Questo è ciò che faccio. Semplicemente faccio vedere che in realtà ciò che sta accadendo è ok. Dio si prende cura del resto, io non faccio che questo. Leggo storie di maestri zen che colpiscono i loro discepoli sulla testa; io non devo farlo, è troppo faticoso… la vita lo sta facendo per me. Io dopo vado in giro e dico: “Oh, sei stato colpito sulla testa! Wow, meraviglioso! Dio ti ama!”.
Dio ti ama per colpirti così bene sulla testa. Questo è tutto.”

Chiudiamo con Sri Vast: il cambiamento di ciascuno influisce sulla totalità.
“Trasformando te stesso, trasformi il mondo.
Quando una persona si illumina, il mondo di quella persona si illumina.
Là si fa esperienza di tutto e di tutti come illuminati.”

Ho dunque concluso l’approfondimento dedicato al libro curato da Dafna Moscati/Siddhi e intitolato Che cos’è l’illuminazione.
Vi do appuntamento ai successivi approfondimenti del sito.

Fosco Del Nero

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