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Quell’elisir chiamato amore – Ramtha (approfondimento)

23 Mag 2016 | Channeling, Esistenza, Relazioni, Spiritualità

Product by:
Ramtha

Reviewed by:
Rating:
4
On 23 Maggio 2016
Last modified:4 Dicembre 2023

Summary:

Come sempre Ramtha mi fa penare quando leggo un suo libro, giacché dopo avrò decine e decine di brani da ricopiarmi per la fanpage.
E' successo anche con Quell’elisir chiamato amore...

Quell’elisir chiamato amore - Ramtha (approfondimento)Titolo: Quell’elisir chiamato amore (That elisir called love).
Autore: Ramtha.
Argomenti: relazioni, spiritualità, esistenza.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 2003.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Come sempre Ramtha mi fa penare quando leggo un suo libro, giacché dopo avrò decine e decine di brani da ricopiarmi per il successivo articolo di approfondimento (ossia questo) o per la pagina facebook.
Ovviamente è una cosa positiva… anche se le mie mani e le mie braccia forse non sarebbero d’accordo.

Con tutto che Quell’elisir chiamato amore non è stato uno dei libri di Ramtha più ricchi da questo punto di vista, ma comunque è uscito molto lo stesso.

Nel molto, sceglierò alcuni brani particolarmente significativi, e il resto lo lascerò alla pagina facebook… che peraltro vi raccomando caldamente (praticamente ogni giorno è un seminario di spiritualità, e gratuito pure).

Partiamo da una citazione brevissima, non sul tema dell’amore ma su quello del percorso evolutivo, e sulla reincarnazione nel dettaglio. Ramtha è molto chiaro a riguardo.
“Siete morti nell’ultima vita; poi siete nati in questa.
Se avete un compleanno, sappiamo che vi siete reincarnati.
Così sia.”

La seconda citazione invece accenna qualcosa alla questione dell’attrazione dei sessi, nonché dell’attrazione del sesso in generale, rapportandolo al punto evolutivo cui è giunta la singola persona.
“Siamo nati su questo piano come esseri polarizzati, negativo e positivo, e l’attrazione è così forte che non c’è da stupirsi che l’energia di quell’attrazione risieda nel primo sigillo a beneficio della propagazione.
Ma in dieci milioni e mezzo di anni vi siete evoluti abbastanza da capire che, sebbene ciò possa essere ricreativo, non è un impegno che vada onorato nel tempo, e che verso il più grande compagno del nostro essere non saremo mai attratti qui, nel primo sigillo, ma qui, nel quarto sigillo, perché ciò è da Dio a Dio.
Il primo sigillo riuscirà a replicare se stesso solo fino a quando si annoierà di se stesso, perché finché negli uomini e nelle donne c’è uno spirito irrequieto, essi non saranno mai contenti del loro partner. E perché? Perché il loro partner non rappresenta veramente quello che essi davvero sono.
E finché non cominciate a scoprire quello che veramente siete, verrete soddisfatti nei sigilli che corrispondono al livello della vostra propria evoluzione.”

Ancora riguardo al punto evolutivo in cui ci si trova, stavolta in riferimento al vero amore, l’amore incondizionato, contrapposto all’amore dell’ego fatto di possesso, controllo, gelosia, etc.
“Noi sappiamo – io so e voi sapete, e se non lo sapete, lo saprete – che l’amore non si rivela sul terreno avvelenato della gelosia, dell’invidia, del sospetto e della mancanza di fiducia.
L’amore non spunta mai da quel genere di anima, da quel genere di mente, da quel genere di terreno.
Pensate a un fiore piantato nel terreno più acido che possiate immaginare: lì l’amore non cresce.
L’amore vi sfugge per tutta la vita perché, se la vostra mente è rivolta al vostro risentimento, se la vostra mente è rivolta al passato, è rivolta alla gelosia, se la vostra mente è rivolta alla sfiducia, e ve ne nutrite, se la vostra mente è carica di qualsiasi di queste mancanze, l’amore – come una rosa, come un giglio – non fiorirà mai nella vostra vita.”

Rimanendo in tema “sesso”, ecco una citazione che forse lascerà un po’ scosse alcune persone: si parla di procreazione… e come sempre del livello evolutivo della persona.
“Ho molte donne in questa udienza che hanno bisogno di sentire che gli uomini, e anche le donne, hanno una vera e profonda conoscenza interiore che va fino al loro Spirito Santo; che quando decidiamo di generare un figlio, non vogliamo generare un figlio nella decadenza, perché se consapevolezza ed energia valgono per tutto, ed è così, allora persino l’ovulazione, gli ovuli che verranno prodotti, corrisponderanno alla nostra fantasia, alla nostra mente.
Così, che cosa produciamo nel frutto del grembo?
Produciamo un umano davvero decadente che arriva qui e sarà corrotto, che sarà proprio come voi?
Poi abbiamo il caso opposto. Abbiamo il caso di un partner che ha l’ovulazione e la fantasia non rivolta alla decadenza, ma all’illuminazione. Essi fanno l’amore in Dio. Fanno l’amore con un santo. Fanno l’amore con qualcosa che evoca in loro l’ordine più alto del loro seme, perché non ditemi e non mostrate la vostra ignoranza dicendo che il seme dell’uomo, i suoi spermatozoi sono eiaculati accidentalmente, perché ciò che fa sì che il più forte penetri l’ovulo sarà il fatto che esso è supportato dalla mente del suo creatore.”

Segue adesso un’altra citazione dello stesso tenore, anch’essa potenzialmente “stupefacente”… che peraltro introduce, a livello procreativo-evolutivo, la differenza tra uomo e donna.
“Gli spermatozoi non sono casuali. Gli ovuli non sono casuali. Essi sono ciò che noi siamo.
Perché pensate che fosse molto, molto importante per un re che voleva creare un regno che una donna fosse vergine e senza esperienza? Non voleva che lei interferisse con quello che era il suo piano, la sua eredità.
Voglio dire, svegliatevi per favore. Nessun uomo vuole un figlio da una prostituta perché essenzialmente egli sa di non sapere. Sa che lei non sta facendo l’amore con lui. Sa che lo fa per sopravvivenza. Quindi che tipo di figlio uscirebbe da quell’unione? Quanti di voi capiscono fin qui?
I vostri figli, i vostri più grandi incubi, sono stati creati da uno di voi, da voi o da vostro marito. E uno di voi ha avuto una fantasia al momento del concepimento del bambino. L’unico modo in cui un’anima tormentata e degradata può entrare è che uno di voi era tormentato e degradato.
E un uomo ha milioni di possibilità, mentre la donna ha un solo ovulo.”

Detto del concepimento di uomo e donna, passiamo dall’altra parte, quella dell’anima che si incarna. Ancora una volta si parla del livello evolutivo, associato ora con il corpo che si riceve nella vita materiale, che ovviamente non è casuale, ma è perfettamente adeguato all’anima che si incarna.
“Questo corpo è il corpo che è stato fatto per noi. Tra i milioni di coppie, milioni, miliardi che hanno copulato quando voi eravate pronti ad arrivare… voglio dire, qual è il programma della vostra anima? In quale corpo entrerete? Entrerete forse in un corpo che è l’antitesi dell’anima?
Se consapevolezza ed energia creano la realtà, noi andremo direttamente verso un corpo che è uguale a ciò che siamo.”

E, detto che l’anima si incarna in un corpo perfettamente adatto al suo stato evolutivo, e detto che veniamo qui sulla Terra proprio per fare dei passi avanti lungo il percorso evolutivo, ne deriva come logica conseguenza il fatto che il materiale del corpo cambia man mano che facciamo dei passi avanti, come peraltro anche la scienza odierna sta provando man mano. In una parola, il dna non è fisso e immutabile, come si credeva un tempo, ma in evoluzione esso stesso.
“Che cos’è un maestro?
Un maestro è uno che comprende che il corpo è pensiero coagulato, è intento coagulato. E che nella sua meravigliosa complessità, nel suo meraviglioso modo di operare, è un tributo a colui che siamo stati, non a colui che siamo.
Capite? Quanti di voi capiscono?
Il corpo vive nel passato. Colui che siamo è il presente. Usiamo il passato e sfidiamo il passato per diventare il presente. Usiamo un pensiero coagulato nel passato a partire dal presente in cui esercitiamo il nostro intento. Ed è compito nostro fare in modo che la molecola dell’intento del passato – il bioritmo, la biofisica, la bioscienza, il bioectoplasma del passato – diventi ciò che è la nostra volontà.
E la ragione per cui la usiamo è che essa porta in tavola esperienza e preparazione. E quello che le manca, glielo daremo in forma di volontà. Laddove manca coraggio, saremo noi a dare coraggio, e, dando coraggio, cambiamo i peptidi nelle molecole.
Non pensate nemmeno per un momento che gli amminoacidi siano stabili. Non lo sono.
E non pensate nemmeno per un momento che esista qualche rudimentale legge per cui ogni giorno quando vi svegliate siete pieni delle stesse sostanze chimiche; non lo siete. Ognuna di quelle molecole può essere sostituita. Ognuna di esse può essere cambiata con un atteggiamento e un intento.
Non pensate nemmeno per un momento che il vostro DNA sia statico. Non lo è.”

Quel che siamo nel corpo rappresenta dunque sempre quel che siamo nello spirito, con le due cose che sono solo modi diversi di osservare la medesima cosa.
Ne deriva che…
“Dovremmo amare ciò che siamo. Dovremmo amare il fatto di essere una donna, dovremmo amare il fatto di essere un uomo, e quando siamo un sistema di consapevolezza bilanciato, la malattia non potrà mai mangiarci via le ossa, il cuore, il fegato, il corpo.
Quando siamo sbilanciati, se agiamo da negativo a negativo e da positivo a positivo,o se oscilliamo da positivo a negativo, basta un momento di sbilanciamento per il seme – proprio come quando mettiamo al mondo un figlio – perché anche il seme di una malattia trovi la sua strada per venire al mondo.”

Ne deriva anche che…
“Voglio che tutti voi sappiate che non c’è una sola cosa nella vostra vita che non sia spirituale.”

E da ciò arriva un suggerimento.
“Imparate ad essere il danzatore nello specchio. A praticarlo. Imparate ad esserlo. Non saprete qual è la differenza. Era lo specchio ad alzare la mano, o ero io? Ero io ad alzare la mano e quello era solo la mia immagine riflessa, oppure sono io il riflesso dello specchio?
Se lo fate, troverete integrità in ciascuno dei sette sigilli. Troverete purezza in tutti e sette i sigilli. Troverete onestà.
E quando lo fate, non potete che amare chi siete.”

E, a proposito di amore e cose sacre, ecco una citazione davvero meravigliosa, che è quella con cui chiudo l’articolo.
“Pensate che Dio sia in una chiesa?
Pensate che Dio sia in un tabernacolo?
Pensate che Dio sia in una catasta di rovine?
Pensate che Dio sia sulla croce?
Dio è in voi.
La più sacra reliquia che mai ci sia stata è uno specchio, perché possiate guardarvi dentro e ricordarvi che la voce proviene da dentro.”

E con questo abbiamo terminato con Quell’elisir chiamato amore di Ramtha.
Al prossimo articolo.

Fosco Del Nero

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