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La luce oltre la soglia – Charles-Rafael Payeur (approfondimento)

15 Gen 2024 | Cristianesimo, Esoterismo, Morte, Spiritualità

Product by:
Charles-Rafael Payeur

Reviewed by:
Rating:
4
On 15 Gennaio 2024
Last modified:15 Gennaio 2024

Summary:

Come sempre, quando si ha a che fare con Charles-Rafael Payeur, gli spunti non mancano, pur se si tratta di libriccini di scarso volume: è stato anche questo il caso de "La luce oltre la soglia"...

La luce oltre la soglia - Charles-Rafael Payeur (approfondimento)Titolo: La luce oltre la soglia (Comment vivre le deuil d’un etre cher).
Autore: Charles-Rafael Payeur.
Argomenti: morte, esoterismo, spiritualità.
Editore: Edizioni L’Età dell’Acquario.
Anno: 1999.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libri, Amazon.

 

Come sempre, quando si ha a che fare con Charles-Rafael Payeur, gli spunti non mancano, pur se si tratta di libriccini di scarso volume: è stato anche questo il caso de La luce oltre la soglia, di cui di seguito andiamo a leggere alcuni brani.

La prima citazione proposta affronta il tema del materialismo imperante e dell’attaccamento alle cose del mondo; al contrario, la persona saggia cerca di morire pian piano.
“Di questo materialismo ateo che cerca di negare la morte, Platone aveva già saputo cogliere i pericoli. L’essere umano, nel corso dei suoi ripetuti passaggi sulla Terra, deve stare attento a non lasciarsi soggiogare sempre più dalla materia, instaurando un “legame adultero” con il mondo. Per lui era essenziale smettere di focalizzare la coscienza sul piano materiale e imparare a innalzarla verso i mondi sottili. Vale a dire che era fondamentale “imparare a morire”.
Allo stesso modo di un medico omeopata, Platone credeva che il solo rimedio alla morte consistesse nel morire un po’ ogni giorno. Per questo insegnava ai suoi discepoli il distacco dai beni terreni, invitandoli a non focalizzare i loro interessi sulle cose di questo mondo, mutevole e profondamente mortale, ma a consacrare la loro attenzione sulle cose del mondo dell’Aldilà, immutabile ed eterno.”

Se non si dirige la propria attenzione verso il basso, verso la materia, dove la si potrà e dovrà dirigere? Ovviamente verso l’alto, verso il cielo.
Dove si trova il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore; questo messaggio, sovente identificato con il cristianesimo, è tuttavia un insegnamento universale, una visione spirituale della vita. è così che Freud, padre della psicanalisi, constaterà, nella sua opera “Il disagio della civiltà”, questa stessa situazione di sconfitta che si verifica per tutte le opere la cui dimensione è esclusivamente terrestre e quindi esclusivamente mortale.
Orientare la propria coscienza verso i piani celesti non significa tuttavia rinnegare questo mondo e le sue opere. È importante, invece, impegnar visi pienamente e con entusiasmo. Ricordiamoci, però, che ogni opera terrestre ha senso solo quando è messa in relazione con il mondo dell’Aldilà. Agendo così, l’esistenza è allora impregnata di una dimensione spirituale e la morte diventa un passaggio tra i due mondi. La morte non può più, da qui in poi, essere percepita come una rottura o una sconfitta, ma, al contrario, come una transizione, ossia una riconciliazione tra la terra e il cielo.”

Proseguiamo l’approfondimento de La luce oltre la soglia: vediamo ora l’importanza dimenticata della messe delle esequie.
“Tutte le esperienze vissute durante un’incarnazione (allo stesso tempo a livello fisico, sensoriale, emozionale e mentale) sono memorizzate e poi conservate dal doppio eterico del corpo fisico.
Infatti il doppio eterico agisce come una memoria potente che registra tutti i dettagli della vita affinché, dopo la morte, lo spirito ne possa trarre delle lezioni importanti; questi archivi formano il “Grande Libro di San Pietro” della tradizione cattolica.
Al termine dei tre giorni che seguono la morte è d’uso far celebrare una messa di esequie per il defunto. La messa delle esequie è molto importante perché facilita la rottura definitiva della corda d’argento che legava il corpo energetico al corpo astrale del defunto.
Quest’ultimo lascia allora definitivamente il piano fisico per cominciare un lungo soggiorno nel piano immediatamente superiore, il mondo astrale o mondo dei morti.
La messa delle esequie aiuta il defunto a rispondere favorevolmente alla chiamata dei mondi divini. Con le preghiere che la compongono, infatti, fornisce al defunto un impulso a distogliersi dalla Terra con la quale ha ancora numerosi legami e a volgere la sua coscienza verso i piani celesti per i quali egli sente un richiamo profondo e indicibile.
Ritroviamo riti simili in numerose civiltà. È frequente infatti constatare, soprattutto fra le tradizioni religiose più antiche, l’intervento di un prete iniziato che facilita gli ultimi momenti della separazione e dà un impulso definitivo al defunto affinché prosegua con maggior ardore il suo cammino verso i piani superiori.”

È bene evitare il contatto con le anime defunte e gli altri spiriti del livello astrale… se si trovano in quel livello, e non più in alto, c’è un motivo.
“Dalla lettura di diversi passaggi dell’Antico Testamento risulta che le negromanti fossero in gran numero e costantemente consultate. Tuttavia, non bisogna credere che la tradizione religiosa approvasse l’evocazione degli spiriti come era praticata dalle negromanti. Al contrario, essa era severamente vietata.
Il popolo ebraico era incline a una grande sessualità e, praticando la negromanzia in tale contesto, correva il grande rischio di esporsi a delle entità poco raccomandabili. Ma c’è di più: questo popolo praticava numerosi riti religiosi che comportavano sacrifici di sangue e il sangue attira sempre una certa categoria di spiriti ed entità di natura triviale.
È per la stessa ragione, cioè per evitare questi pericoli, che la Chiesa adottò lo stesso atteggiamento nei confronti della negromanzia, condannando ogni pratica che riguardava l’evocazione dei morti non ancora liberati dai legami di questo mondo e in particolare di coloro che sono in periodo di transizione. Ponendo questo veto, la Chiesa diede prova di grande saggezza, in quanto la negromanzia comporta un gran numero di pericoli e deve essere evitata.
Le tecniche spiritiche come quelle di Allan Kardec e dei suoi seguaci (scrittura automatica, ecc) sono anche particolarmente pericolose in quanto pongono l’individuo in una disposizione medianica, cioè ricettiva, favorendo lo stabilimento di un contatto pericoloso e poco raccomandabile con i mondi in visibili.”

Il programma dell’incarnazione ventura: vi sono angeli guida e anime più o meno evolute spiritualmente.
“Tenendo conto dei fattori che possono destare maggiormente l’interesse dell’essere umano riguardo alle esigenze dell’amore, gli angeli del destino determinano un piano di vita perfettamente adatto all’evoluzione di colui che lo riceve.
Notiamo, tuttavia, che non si tratta di un destino nel senso forte del termine, una vita dove tutto è predeterminato. Questo piano di vita è un insieme di archetipi, cioè un insieme di condizioni nelle quali l’individuo dovrà evolversi.
Ma c’è di più: sono diversi i piani di vita proposti a colui che avrà un grado di coscienza abbastanza elevato. Infatti, più l’individuo è avanti sul sentiero che porta all’amore, meno è condizionato dalla legge di causa ed effetto.
Una volta scelto il piano di vita, comincia la lenta discesa verso la materia. “

Abbiamo concluso l’approfondimento dedicato a La luce oltre la soglia. Appuntamento al prossimo testo di Charles-Rafael Payeur.

Fosco Del Nero

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