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Il toro alato – Dion Fortune (approfondimento)

6 Lug 2023 | Esoterismo, Narrativa

Review of: Il toro alato
Product by:
Dion Fortune

Reviewed by:
Rating:
4
On 6 Luglio 2023
Last modified:28 Luglio 2023

Summary:

A differenza degli altri romanzi esoterici di Dion Fortune, da "Il toro alato" non ho tratto molte citazioni… il che da un lato è un peccato...

Il toro alato - Dion Fortune (narrativa)Titolo: Il toro alato (The winged bull).
Autore: Dion Fortune.
Argomenti: esoterismo, narrativa.
Editore: Venexia Edizioni.
Anno: 1935.
Voto: 7.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

A differenza degli altri romanzi esoterici di Dion Fortune, da Il toro alato non ho tratto molte citazioni… il che da un lato è un peccato, mentre dall’altro lato ciò rende più semplice la compilazione dell’articolo di approfondimento.

Cominciamo con una breve frase che distingue le persone che son capaci di osservare solo il visibile, e quelle che invece studiano e trattano anche l’invisibile… una differenza che fa tutta la differenza del mondo.
“La maggior parte delle persone trascura certe sottigliezze, considerando soli gli aspetti macroscopici delle cose, e alla fine ne paga lo scotto.”

Ancora sul tema del dualismo tra visibile e invisibile: parliamo nel dettaglio di coscienza collettiva dei popoli.
“Hai mai pensato che l’apparenza celi una realtà invisibile?”
“Sì, sempre, da che ricordi. Per me ogni cosa ha un aspetto nascosto. Durante la guerra riuscivo a percepire la lotta tra l’anima di gruppo tedesca e quella britannica. Il Kaiser era un capo puramente rappresentativo, un poveraccio; come i tedeschi erano poco più che un gregge di pecore impotenti. Era quell’energia a dettare le loro mosse. E ora ha tirato fuori Hitler, che Dio ci aiuti. È sempre la stessa storia, solo con fantocci diversi. Questi tizi non comandano, sono manipolati da qualcos’altro.”

Il terzo brano tratto da Il toro alato è il più consistente: afferisce alla questione dell’essenza divina e di come le varie tradizioni spiritual-religiose l’hanno inquadrata, ciascuna cogliendo qualcosa di importante ma spesso trascurando altri elementi parimenti rilevanti.
“Ecco la chiave di ciò che aveva sempre cercato, quella che apre la porta ai misteri della fede. La fede che, nonostante la disillusione, porta a credere che dietro l’angolo si trovi il Reale, l’Amorevole. Le divinità venerate non sono entità di per sé, ma creazioni del creato, forme con cui l’uomo si raffigura il Creatore, Colui che supporta il mondo e che sfugge ad ogni descrizione; forme che cambiano man mano che aumenta il potere umano della comprensione.
Il collerico Geova dalla lunga barba e dalla corona d’oro poteva cadersene nell’oblio senza che nessuno fosse per questo dannato; così come i suoi fedeli potevano continuare ad adorarlo, senza altrettanto rischio di perdizione. Ciascuno era libero di seguire la divinità a sé più confacente, purché ne realizzasse il valore simbolico. La cosa reale trascendeva qualsiasi dio o dea, e mai nessun essere umano era riuscito a rappresentarla, né con la raffigurazione di una divinità assetata di sangue sacrificale, né con quella di uno stupido dio intento a trasformare la nostra antica e difficile terra in un luogo edulcorato. A ciascuno la responsabilità di visioni simili. Se la profonda concezione di Dio si avvicinava alla realtà originaria tanto meglio, ma nessuna rappresentazione umana era mai stata la verità, l’unica e indiscutibile, e mai lo sarebbe stata.
Raggiunto quello stato, l’uomo avrebbe perso completamente coscienza di sé, liberandosi da qualunque catena. Dio era l’Assoluto, qualsiasi cosa significasse. Un’espressione comunque poco utile per il cervello umano medio che, esattamente alla stregue dell’intestino, aveva bisogno di elaborare cose concrete: immagini, storie, dio e dei. Ecco la realtà dei fatti.
Dio aveva molti aspetti, che nessuno poteva cogliere contemporaneamente; e gli dei non erano altro che i numerosi volti dell’Uno. Il cristianesimo ne incarnava uno, tanto quanto il voodoo o il taoismo. Le sfaccettature di Dio erano tante quante le anime umane.
Il problema del cristianesimo era la sua asimmetria intrinseca. Utopisticamente parlando era un sistema più che valido, ma incapace di comprendere tutti gli aspetti dell’esistenza. Nessuno sapeva cosa fosse stato all’origine, se non che era qualcosa di incredibilmente potente. Tutto quello che l’uomo conosceva a riguardo dipendeva dal lascito di quei due burberi scapoli, Paolo e Agostino.
E poi vennero i cacciatori di eresia che infersero il colpo finale, dedicandosi alacremente alla cancellazione di qualsiasi traccia ereditata dalle fedi più antiche. Costoro si comportarono come il moderno mugnaio, che raffina la farina togliendole tutte le vitamine e portando a mezza popolazione il dono del rachitismo. Ecco il problema della civiltà contemporanea, diventata spiritualmente rachitica perché nutrita con cibo spirituale eccessivamente raffinato.
L’umanità non poteva crescere senza un pizzico di paganesimo; e, per la maggior parte, gli individui nemmeno ci provavano a evolversi, lasciando questo compito alle donne e agli ecclesiastici.”

Il brano successivo è meno denso ma ugualmente notevole: esso inquadra i simboli delle divinità come vere e proprie formule matematiche.
“Tutte le divinità con sembianze animali sono formule psicologiche, proprio come H₂O è una formula chimica.
Negli antichi miti il toro è sempre un simbolo fallico, a significare la forza sessuale primordiale. Le ali dell’aquila rappresentano l’aspirazione spirituale, il volo verso il sole. La testa umana è l’intelletto. Se metti assieme questi tre elementi, come interpreti la formula?
Il potente toro, simbolo degli istinti naturali, si eleva alle aspirazioni spirituali rappresentate dalle ali d’aquila, con la coscienza collocata tra i due elementi.”

I romanzi di Dion Fortune hanno sempre una componente sentimentale maschile-femminile: a tal proposito, propongo tale brano, che evidenzia la sacralità e la spiritualità del matrimonio… a patto che si metta al servizio dell’esistenza e dell’evoluzione.
“Ecco ciò in cui credo: la naturalezza del fisico e la straordinaria importanza del sottile, magnetico aspetto che lo sottende. Entrambe rendono il matrimonio molto più che una relazione d’amore tra due individui e la loro progenie; assieme permettono a Dio di manifestarsi in natura. La vita fluisce dal divino nel mondo mediante l’uomo.
Un vero matrimonio, che contempla l’aspetto spirituale assieme a quello fisico, ci fa entrare in circuito con l’intero universo rendendoci veicolo per perpetrare la nostra specie; ecco perché non v’è benedizione in un matrimonio che chiuda per sempre i cancelli della vita alle anime in arrivo.”

L’ultima citazione tratta da Il toro alato parla del collegamento tra spirito e materia. In essa si evidenzia che i due sono l’uno il riflesso dall’altra.
“Tuo fratello è una straordinaria combinazione di mondanità e spirito che non ho mai capito.”
“Be’, per lui non c’è separazione tra spirito e materia. Dice che la materia è spirito solidificato, per così dire. Sapevi che gli iniziati venerano Dio manifesto in natura? È uno dei loro grandi segreti.”

L’articolo di approfondimento dedicato a Il toro alato, romanzo spirituale di Dion Fortune, è terminato.
Al prossimo articolo.

Fosco Del Nero

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