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Gli specchi esseni – Giovanna Garbuio (approfondimento)

17 Set 2020 | Esistenza, Spiritualità

Product by:
Giovanna Garbuio

Reviewed by:
Rating:
4
On 17 Settembre 2020
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Eccoci qui con l’articolo di approfondimento dedicato al libro di Giovanna Garbuio Gli specchi esseni.
Cominciamo con una citazione introduttiva sugli specchi esseni...

Gli specchi esseni - Giovanna Garbuio (esistenza)Titolo: Gli specchi esseni.
Autore: Giovanna Garbuio.
Argomenti: esistenza, spiritualità.
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro.
Anno: 2018.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Eccoci qui con l’articolo di approfondimento dedicato al libro di Giovanna Garbuio Gli specchi esseni.

Cominciamo con una citazione introduttiva sugli specchi esseni.
“Gli Esseni migliaia di anni fa hanno individuato un vero e proprio codice di interpretazione della realtà. Questo codice essendo basato su verità eterne è ancora attualissimo e utilizzabile efficacemente.
In base alla filosofia essena, l’assunzione totale della responsabilità personale per qualsiasi cosa faccia parte della nostra realtà in questa vita è la consapevolezza fondamentale per la formazione cosciente di un rapporto sacro con noi stessi e per riconoscere la nostra reale identità. E comprendere come ogni cosa che ci emoziona sia il riflesso materializzato di parti della nostra interiorità è la seconda consapevolezza fondamentale che deriva dalla prima.
“Sappiamo che la proiezione ha luogo quando qualcuno è emotivamente colpito dal comportamento di un’altra persona, positivo o negativo che sia” (Debbie Ford).”

Anche il secondo brano proposto contiene una citazione di Debbie Ford, e sintetizza che tutti gli specchi in realtà sono finalizzati a una migliore conoscenza di noi stessi.
“Ogni relazione della nostra vita è in realtà lo specchio del rapporto con noi stessi.
Ciò che crea disagio o fastidio negli altri ci indica qualcosa che blocca la nostra evoluzione, qualcosa che ci impedisce di procedere nel percorso verso il riconoscimento di noi stessi e della nostra reale identità.
“Ciò con cui non riuscite a essere non vi lascerà essere” (Debbie Ford).”

Il terzo brano estratto da Gli specchi esseni riguarda il motore centrale dell’evoluzione interiore: l’autosservazione.
“L’autosservazione o la presenza sono i percorsi che ci permettono di capire chi siamo e quindi di recuperare il nostro potere sulla realtà.
Dato che tutto ciò ce accade nella nostra vita è evidentemente solo il riflesso della nostra interiorità, un’operazione molto efficace è quella di utilizzare ogni situazione, ogni accadimento esterno, come un’indicazione per comprendere meglio noi stessi. La realtà fuori di noi infatti è lì e si ripete continuamente uguale a se stessa, solo per indicarci quei lati del nostro carattere, quelle angolazioni della nostra personalità e quegli aspetti del nostro inconscio che ci ostiniamo a non voler vedere e continuiamo a non riconoscere come nostri.”

Il principio dello specchio è totale: tutta la realtà che mi circonda non è casuale, ma mi riguarda.
“La teoria degli specchi ci dimostra, se la sperimentiamo, come la realtà che io vivo come qualcosa di altro da me reagisca a come io sono. Perciò in base a come io sono ed eventualmente a come io cambio, la realtà è costretta ad adeguarsi, perché non possiede un’esistenza indipendente da come io sono.
Il problema è che finché io non so chi sono, ciò che accade nella mia vita è completamente fuori controllo ed è talmente fuori controllo da sembrare che il meccanismo sulla base del quale la realtà evolve sia esattamente l’opposto di quello che è.”

Se ne induce che non ha senso voler cambiare il fuori prima che sia mutato il dentro.
“È inutile voler modificare le situazioni o le persone se prima non abbiamo riarmonizzato la nostra coscienza.
Anzi, il bisogno o la volontà di voler modificare gli altri o le situazioni agendo direttamente su di essi è il chiaro segnale della conflittualità che regna nella coscienza, che vuole operare in questo modo.
Più vivo la mia realtà come qualcosa che non va, più dimostro di non essere in pace con me stesso.”

Passiamo ora a uno dei rispecchiamenti più diffusi: l’irritazione.
E in ciò partiamo da una citazione di Gesù stesso.
“’Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo?’ (Vangelo di Luca).
Quando incontriamo qualcuno che ci infastidisce, ci irrita o ci fa proprio arrabbiare, è probabile che siamo nell’area di influenza del primo specchio. Nello specifico, sentimenti come invidia e gelosia sono preziosi campanelli d’allarme in questo senso. Questo specchio ci riflette chi siamo nel qui e ora. In questa sfera di influenza il mondo “è pieno” di persone fastidiose con cui attaccare briga.
In realtà questa persone ci sono state inviate dal nostro Io Superiore per indicarci qualche nostra precisa caratteristica (corrispondente ai “difetti” che vediamo negli altri) che non vogliamo o non riusciamo a riconoscere in noi stessi, ma che da qualche parte ci sono.”

Siamo in dirittura d’arrivo. Il terz’ultimo brano proposto afferma che ogni difficoltà rivela che c’è già disponibile la forza necessaria ad affrontarla (altrimenti non sarebbe capitata): vale anche e soprattutto per i momenti più difficili in assoluto.
“Dentro di noi abbiamo sempre tutti gli strumenti più adatti per affrontare ogni sfida che ci giunge (o meglio, che ci siamo manifestati). Queste situazioni si manifestano infatti con l’obiettivo di farci usare al meglio tutti i nostri talenti e dimostrare a noi stessi le nostre potenti capacità. Sono situazioni che noi stessi abbiamo attratto con il solo scopo di crescere.
Tra le varie sfide la più difficile, quella che noi percepiamo come la più difficile, è definita “la buia notte dell’anima”, in cui possiamo anche ritrovarci a pensare di ricominciare daccapo il nostro cammino, in cui ci ritroveremo a dover contare solo sulle nostre risorse.
Questo accade perché in cuor nostro siamo convinti di non possederle, quelle risorse, perciò la nostra guida interiore, che ci ama immensamente, attraverso la “buia notte dell’anima” ci dimostra che quelle risorse ci sono eccome, e sono a nostra completa disposizione.”

Penultimo brano, questo molto rapido e molto bello.
“L’indicazione pratica è sempre quella: cercare il bello nel brutto e con questa ricerca arrivare proprio a cambiare atteggiamento mentale del tutto e per sempre.”

Con l’ultima citazione torniamo al punto di partenza, ossia noi stessi.
“Tutti i rapporti che abbiamo nella vita sono importanti al fine di rendere davvero sacro il rapporto fondamentale: quello con noi stessi.”

Abbiamo terminato così con Gli specchi esseni di Giovanna Garbuio.
Al prossimo articolo di approfondimento.

Fosco Del Nero

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