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Tarocchi dello spazio delle varianti – Vadim Zeland (approfondimento)

17 Dic 2013 | Carte, Tarocchi, Transurfing

Product by:
Vadim Zeland

Reviewed by:
Rating:
4
On 17 Dicembre 2013
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Un articolo di approfondimento dedicato ai Tarocchi dello spazio delle varianti di Vadim Zeland a dire il vero non era in programma...

Tarocchi dello spazio delle varianti - Vadim Zeland (carte)Titolo: I tarocchi dello spazio delle varianti (Space of variations tarot deck).
Autore: Vadim Zeland.
Argomenti: carte, tarocchi.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 2009.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Un articolo di approfondimento dedicato ai Tarocchi dello spazio delle varianti di Vadim Zeland a dire il vero non era in programma, dato che dal prodotto mi aspettavo delle carte e un libretto illustrativo delle stesse…

… invece ad accompagnare le carte c’era un libretto più corposo e con più contenuti di quanto mi aspettassi. Bene, ovviamente. :)

Vado ora a proporvi alcuni dei moltissimi spunti che mi sono segnato, e che peraltro andranno ad arricchire i contenuti della pagina facebook.
Partiamo da un brano su uno dei concetti centrali di Zeland e del Transurfing: il mondo come specchio che riflette la nostra immagine interna.
“Il vostro mondo è tutto ciò che voi di esso pensate. Il mondo, come uno specchio, riflette il vostro modo di rapportarsi ai suoi fenomeni.
La vita è un gioco, e ai suoi inquilini il mondo pone continuamente lo stesso indovinello: “Allora, indovinate come sono io?”.
E ognuno risponde a seconda della sua visione: “Sei aggressivo” o “Sei accogliente”, o ancora “allegro”, “triste”, “amichevole”, “ostile”, “felice, “sfortunato”.
Ma la cosa curiosa è che in questa lotteria vincono tutti! Il mondo concorda e si presenta innanzi a ciascuno nella veste che era stata richiesta.
Che cosa dunque pensate voi del vostro mondo?”

Segue un altro brano che sintetizza questo concetto di base.
“Il mondo, come uno specchio, riflette il nostro modo di rapportarvi verso di esso.
Quando siete insoddisfatti del mondo, il mondo vi gira le spalle.
Quando lottate contro il mondo, esso lotta contro di voi.
Quando cessate le vostra lotta, il mondo vi viene incontro.”

Se le cose stanno così, non sarebbe una brutta idea fornire al simpatico specchio un’immagine rosata e positiva.
Zeland lo dice col suo solito stile immaginifico ed evocativo.
“Sulla Terra c’è un gran numero di angoli paradisiaci dove vivono le “gemelline rosa”.
Se volete trovarvi in questi posti, basterà indossare un paio di occhiali rosa e non prestare più attenzione a tutti coloro che cercheranno di convincervi a toglierveli.
Gli echi della vita paradisiaca arrivano con fatica a penetrare il mondo del quotidiano. Afferrate con avidità questi “sfavillii di sole”, trattenete su di essi la vostra attenzione, così li incontrerete con frequenza sempre crescente.
Vi accorgerete da soli di come lo strato del vostro mondo comincerà incredibilmente a trasformarsi.”

Altro argomento: come aumentare la propria sicurezza e la propria tranquillità?
Ossia, dall’altro lato, come ridurre l’importanza che diamo a cose e persone?
“Per acquisire sicurezza, a essa bisogna rinunciare.
La natura dell’insicurezza si cela nell’elevato valore attribuito alle cose e alle situazioni.
La sicurezza come sostegno non mi serve, perché se non ho in me il senso d’importanza non ho nulla da difendere e nulla da conquistare, nessun motivo per avere paura e nessun motivo per provare agitazione.
Se nulla per me ha un’importanza eccessiva, lo strato del mio mondo è pulito e trasparente. Rinuncio alla lotta e mi muovo lungo la corrente delle varianti. Sono vuoto, non offro appigli e quindi non c’è modo di agganciarmi Non ho nessuna necessità di lottare, vado avanti tranquillamente per la mia strada e mi prendo ciò che mi spetta.”

Veniamo ora al “lavoro” che propone Vadim Zeland, il quale, molto semplicemente, ci dice che, affinché una certa immagine interna si riproduca nel mondo esterno, necessita di molte ripetizioni e di buona volontà.
“Affinché la forma-pensiero si fissi nella realtà materiale bisogna riprodurla sistematicamente.
È probabile che non crediate che tutto sia così triviale, che si tratti di un mero lavoro ordinario e di routine, senza alcuna magia. Però è così, e funziona veramente.
Solo che la gente, di solito, non ha abbastanza pazienza: si accende d’entusiasmo per una qualche idea e poi si raffredda velocemente.
Ebbene, per la materializzazione delle cose desiderare bisona proiettarsi in testa la diapositiva del fine pe run tempo piuttosto lungo.
I miracoli in realtà non esistono, esiste un lavoro concreto e finalizzato alla gestione della realtà.”

Ecco invece, al di là del lavoro sulle singole immagini-diapositive-visualizzazioni, la regola d’oro del Transurfing, quella che bisognerebbe avere sempre come sottofondo.
“Rinunciate alla regola del pendolo “Fai come faccio io” e sostituitela con la regola del Transurfing “Permettetevi di essere voi stessi e permettete agli altri di essere loro stessi”.
Permettersi di essere se stessi significa accettarsi in tutta la propria imperfezione.
Permettere a un altro di essere lui stesso significa togliersi di dosso le proiezioni delle proprie aspettative.
Questa regola universale dà la possibilità di acquisire una libertà interna ed eliminare dalla propria vita una massa di problemi di ogni genere.”

Chiudo l’articolo di approfondimento dedicato ai Tarocchi dello spazio delle varianti con altre due citazioni.
Nella prima, Zeland ci ragguaglia su un dettaglio che potrebbe interessare ad alcuni… da un lato è curiosità, ma dall’altro lato è anche cosa pratica, se si vuole prestar fede al brillante autore russo.
“Come il corpo fisico è in grado di generare dei corpi simili a sé, così può fare anche l’anima.
Quando pensate a un oggetto come se fosse vivo, la vostra forma-pensiero si trasforma in una sostenza energetica, in un fantasma, dotato di “anima virtuale”.
I fantasmi non sono né visibili né tangibili, perché si trovano in uno spazio metafisico. Tuttavia, dopo la nascita, essi esistono oggettivamente e sono in grado, come ogni forma-pensiero, di agire sulla realtà materiale.
Dunque, se volete, potete tranquillamente animare gli oggetti che vi circondano e comunicare con loro come se fossero creature viventi. Rivolgetevi a essi con teneressa, curateli con amore ed essi vi ripagheranno allo stesso modo.
Per esempio, se vi rivolgete alla vostra macchina come se fosse viva e fosse un essere a voi caro, la sua “anima” vi proteggerà dagli incidenti.
E quando poi sarete costretti a buttar via qualche oggetto, trovate il tempo di ringraziarlo. Non preoccupatevi: non appena vi sarete dimenticati dell’oggetto buttato via, la sua “anima virtuale” cesserà di esistere.”

L’ultima citazione invece è relative a ciò che Zeland chiama coordinazione dell’intenzione, e che ci spiega in breve cosa dobbiamo fare per avere un’esistenza felice in ogni singolo evento che ci capita.
Che, detta così, è una cosa mica da poco…
“Ogni evento della linea della vita presenta due diramazioni, una verso una direzione favorevole, l’altra verso una direzione sfavorevole.
Ogni volta che ci si trova ad affrontare l’uno o l’altro evento, si fa una celta rispetto al modo di rapportarsi a esso.
Se si considera l’evento come positivo, si capiterà nel percorso favorevole della linea della vita.
Purtroppo, però, la tendenza al negativismo costringe spesso a esprimere insoddisfazione e a scegliere la direzione sfavorevole. Non appena si è stati toccati nel vivo da un fastidio, ecco seguirne un altro di nuovo. Succede così che “il guaio non arriva mai da solo”. Qui, però, l’importante è capire che la serie di fastidi non è conseguenza del primo guaio, ma del modo di rapportarsi a esso.
La costante che si produce è l’effetto della scelta che si fa al bivio.
Il principio della coordinazione dell’intenzione dà la possibilità di capitare sempre sulla linea fortunata della vita.”

Bene, con i Tarocchi dello spazio delle varianti di Vadim Zeland ho concluso.
Al prossimo articolo di approfondimento e buon transurfing a tutti.

Fosco Del Nero

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