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Il grande silenzio (film)

11 Ago 2021 | Film

Product by:
Philip Groning

Reviewed by:
Rating:
3
On 11 Agosto 2021
Last modified:6 Novembre 2025

Summary:

SCHEDA DI "IL GRANDE SILENZIO".

500 giorni insiemeSCHEDA DI “IL GRANDE SILENZIO”.

Titolo: Il grande silenzio (Die grosse stille).
Genere: documentario.
Regista: Philip Groning.
Anno d’uscita: i monaci del monastero.
Attori: 2005.
Valutazione qualitativa (1/5 stelle): ⭐⭐⭐.
Livello di interesse esistenziale (1/5 stelle): ⭐⭐⭐.
Dove lo puoi acquistare: https://amzn.to/3WI0WvJ.

 

 

TRAMA DI “IL GRANDE SILENZIO”.

Non essendo un film Il grande silenzio non offre una trama, né personaggi, se non i monaci del monastero della Grande Chartreuse, che sta sulle Alpi francesi, poco fuori Grenoble.

La pellicola tuttavia non è nemmeno un documentario classico, il quale comunque cerca di intrattenere e interessare lo spettatore proponendo bellezza visiva e descrivendo quanto egli sta guardando.

Viceversa, come suggerisce il titolo, i 160 minuti (e oltre) della pellicola sono muti, senza dialoghi e senza colonna sonora. Fanno brevissima eccezione le orazioni comunitarie dei monaci, ma comunque si tratterà forse di un minuto su 160 (e oltre).

VALUTAZIONE DI “IL GRANDE SILENZIO”.

Il grande silenzio non è un film, e ancor più di un documentario è una sfida: una sfida allo spettatore moderno, e in generale all’uomo contemporaneo, nel restare attento per gli oltre 160 minuti della sua durata… nonostante nelle riprese non succeda assolutamente niente.

Ad ogni modo, poniamo le basi dell’opera: il regista Philip Groning, conoscendo l’abate del monastero della Grande Certosa, che ospita dei frati certosini (ordine eremitico fondato nel 1804 considerato tra i più estremi del cristianesimo cattolico), gli chiese di poter girare delle riprese nel monastero, cosa mai consentita ad alcuno.

Quattordici anni dopo la sua richiesta, gli fu data risposta positiva, con alcune condizioni: avrebbe girato il solo Groning, senza troupe, non sarebbe stata usata alcuna luce artificiale, né nessuna musica, né alcun commento, e la pellicola non avrebbe potuto concorrere ad alcun premio, ma solamente essere presentata ad un festival (cosa che avvenne a Venezia nel 2005).

Stanti queste condizioni, ne derivano alcuni corollari: l’opera è visivamente incerta, per via di luci e limitazioni varie; l’opera è piuttosto lenta e rischia di annoiare a morte, per via dell’assenza di parole e suoni; l’opera essenzialmente mostra lo stile di vita monacale-eremitico dei certosini, fondato sulla preghiera, sulla solitudine e sul silenzio (non assoluto, ma tendenziale).

Il film è stato girato tra il 2002 e il 2003, in diverse stagioni, e propone così differenti scenari naturali del luogo, paesaggisticamente piuttosto bello.

SCENE O CITAZIONI DA “IL GRANDE SILENZIO”.

Va da sé che Il grande silenzio non ha un grande valore cinematografico; il valore può averlo invece come educazione al silenzio, all’introspezione e all’osservazione (in luogo di partecipazione e automatismo, più consueti nell’uomo moderno).

Tuttavia, non mi sbilancio nel senso opposto al senso comune; come alcuni hanno criticato il film ritenendolo noioso e privo di senso, altri sono andati in direzione opposta, forse un po’ per partito preso, elogiandolo come esempio di spiritualità e misticismo.

Tuttavia, la spiritualità non è data dal luogo, dalle attività o da qualsivoglia abito talare, ma dalla consapevolezza: questo è il solo e unico parametro. In tal senso, ne Il grande silenzio non ho visto una grande consapevolezza, né in chi girava, né in chi veniva ripreso… anche se gli occhi di qualche monaco avevano in effetti una certa presenza-profondità, mentre quelli dei più no.

CONCLUSIONE.

Per chi cerca consapevolezza in un video, la soluzione è semplice: guardate un video di Osho o di Papaji; dal canto suo, Il grande silenzio rimane tuttavia come documento storico sull’ordine certosino, nonché come esercizio di silenzio, concentrazione e presenza per coloro che lo guardano per cimentarsi in tal senso…

… e magari anche come ispirazione per alcuni nel distaccarsi dalla frenesia e dagli orpelli della vita consumistica per orientarsi verso un’esistenza più sottile e rarefatta. In tal senso, il film è più un esercizio personale che non un insegnamento spirituale.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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