SCHEDA DI “HAIBANE RENMEI – ALI GRIGIE”.
Titolo: Ali grigie (Haibane renmei).
Genere: fantasy, drammatico.
Regista: Tomokazu Tokoro.
Anno d’uscita: 2002.
Valutazione qualitativa (1/5 stelle): ⭐⭐⭐⭐⭐.
Livello di interesse esistenziale (1/5 stelle): ⭐⭐⭐⭐.
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TRAMA DI “HAIBANE RENMEI – ALI GRIGIE”.
Una piccola premessa è d’obbligo: gli Haibane sono dei giovani, alcuni ragazzi più grandi e alcuni bambini più piccoli, che nascono da un bozzolo, formatosi apparentemente dal nulla, e vivono in una comunità di consimili all’interno di una città umana, la quale a sua volta sta all’interno di un perimetro formato da altissime mura, invalicabili e portatrici di morte se solo le si tocca.
Solo i corvi le possono sorpassare, ovviamente volando.
Proprio un corvo era presente nel sogno di Rakka, la protagonista, che, prima di “incarnarsi” nel bozzolo che precede la loro vita terrena, ha sognato di cadere con un corvo che le volava accanto.
“Rakka” per l’appunto significa “cadere”, giacché gli Haibane prendono il nome da un elemento caratteristico del loro sogno, che peraltro fanno in modo ricorrente nel corso della loro vita. Anche se, a dire il vero, mentre il nome che deriva dal sogno è quello pubblico, legato al loro percorso di vita, una sorta di nome “anagrafico”, ogni haibane ha anche un nome segreto, che deve arrivare a conoscere e conquistare lungo il suo percorso personale: questo secondo è una sorta di nome iniziatico. Dunque, il nome derivante dalla precedente esperienza di vita è il destino (“nomen omen”); il nome segreto rappresenta invece il nome iniziatico acquisito con il progresso personale-spirituale.
“Haibane renmei” significa “ali grigie”, proprio perché gli Haibane hanno delle piccole ali, di un grigio variabile da individuo a individuo.
Tra l’altro proprio le ali costituiranno un elemento importante della storia, visto che manifesteranno un collegamento con la vita emotiva degli Haibane… e la vita emotiva in realtà è proprio il nucleo dell’opera: perché gli Haibane esistono? Perché hanno quelle piccole ali? Perché dopo un certo periodo di tempo essi svaniscono? Hanno qualche missione animica da portare avanti prima di potersene andare? Perché fanno un sogno ricorrente (ma alcuni di essi non lo ricordano… come mai?)? Da dove vengono? E perché sono costretti a quella sorta di “purgatorio”: che abbiano dei peccati da scontare?
VALUTAZIONE DI “HAIBANE RENMEI – ALI GRIGIE”.
Ali grigie – Haibane renmei, è tratto da un manga disegnato da Yoshitoshi Abe, ma confesso di non conoscere né il fumetto né il suo autore. Ho però avuto la fortuna di incrociare la relativa serie animata, composta da tredici episodi, il cui incipit è letteralmente favoloso.
Peraltro, la storia non manca di simboli esistenziali:
– l’anima si incarna in un corpo ma si dimentica del suo passato, che tuttavia sa per certo esservi poiché ogni creatura ha un certo corpo, un certo carattere, fa certi sogni, etc;
– tutti si ritrovano all’interno di un mondo materiale da cui non possono uscire e in cui devono scoprire qualcosa, in tempi e modi molto variabili;
– essi hanno delle ali le quali però non sono formate in modo esteso, essendo di fatto inutili (ossia sono degli angeli non ancora completi che per ora non possono volare… ma per il momento hanno delle aureole, a confermare la potenziale “santità”);
– vi sono un tempio e dei monaci/sacerdoti, a confermare che la questione spirituale è centrale nella storia;
– secondo l’anzianità, vi sono degli haibane “novizi” e degli haibane “istitutori”, fatto che ricorda molto il rapporto tra l’allievo e il maestro;
– prima o poi tutti lasceranno quel regno materiale, semplicemente svanendo, evento che chiamano “il giorno dell’ascesa” (con tanto di luce verticale verso il cielo);
– si parla apertamente di perdono e di salvezza da ottenere, secondo la propria esistenza precedente e corrente.
Insomma, simboli abbastanza chiari e in numero considerevole.
La stessa tonalità grigia delle ali, la quale dà il nome stesso all’opera, lascia intendere un fattore mediano: le ali, come viene detto nel primo episodio della serie, non sono né bianche né nere, ma di un grigio intermedio… di un grigio che simbolicamente, spiritualmente parlando, deve divenire bianco.
Altro fattore mediano: gli Haibane da un lato desiderano ascendere, ma dall’altro lato, chi più e chi meno, sono attaccati alla loro vita materiale… esattamente come l’ego umano è attaccato alla vita mondana e, per quanto in certi casi pervaso da un anelito di risveglio, per certi versi desidera rimanere ancora addormentato nella materia.
SCENE O CITAZIONI DA “HAIBANE RENMEI – ALI GRIGIE”.
Tra le tante frasi che avrei potuto accludere alla recensione (mi riservo di aggiungerne altre dopo una nuova visione della serie!), ne allego alcune in rappresentanza di tutte quante.
“Nessuno sa chi siamo.”
“Reki è sperduta nelle tenebre.
Deve affrontare le tenebre faccia a faccia e da sola.”
“Niente dura in eterno.
Tutto finisce prima o poi.
E questo è giusto, perché adesso è soltanto adesso.”
CONCLUSIONE.
La serie animata in questione è di una delicatezza unica: profonda, misteriosa e coinvolgente, nonché densa di spunti e simboli spirituali/esistenziali, tanto che la consiglio spassionatamente. Tra l’altro, è adatta anche a un pubblico infantile, magari assistito da un adulto: in questo senso sarebbe ispirante e didattica (più per simboli e situazioni che non per parole dirette).
Il primo episodio di Ali grigie – Haibane renmei, in particolare, è molto bello, ma anche il resto della serie è di ottimo livello, anche se globalmente parlando un poco triste.
Alla qualità della storia si aggiunge, ciliegina sulla torta, una sigla davvero bella.
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
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