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Chitty Chitty Bang Bang (film)

8 Giu 2016 | Senza categoria

Product by:
Ken Hughes

Reviewed by:
Rating:
4
On 8 Giugno 2016
Last modified:16 Luglio 2025

Summary:

SCHEDA DI "CHITTY CHITTY BANG BANG".

Chitty chitty bang bang (film)SCHEDA DI “CHITTY CHITTY BANG BANG”.

Titolo: Chitty chitty bang bang .
Genere: commedia, musicale, fantastico.
Regista: Ken Hughes.
Anno d’uscita: 1968.
Attori: Sally Ann Howes, Dick Van Dyke, Heather Ripley, Adrian Hall, Lionel Jeffries, Benny Hill, Gert Fröbe, Anna Quayle, Robert Helpmann.
Valutazione qualitativa (1/5 stelle): ⭐⭐⭐⭐.
Livello di interesse esistenziale (1/5 stelle): ⭐.
Dove lo puoi acquistare: https://amzn.to/44Rak3K.

 

TRAMA DI  “CHITTY CHITTY BANG BANG”.

Ecco in sintesi la trama del film: Caractacus Potts (il mitico Dick Van Dyke) è vedovo e vive con i suoi due figli, Gemma e Gianni, nonché col bizzarro padre.

Un bel giorno i due bambini fanno la conoscenza di Stella Scrumptious, bella donna dell’alta borghesia, la quale, dopo un primo impatto battagliero con Caractacus, si affeziona molto a tutti e tre. Il caso vuole poi che l’uomo finisca nell’azienda del padre di lei a proporgli una sua invenzione, una sorta di dolce-fischietto.

Durante un pic-nic tra i quattro, Caractacus inizia a raccontare una storia che li vedrà coinvolti tutti e quattro: il malvagio Barone Bombarda, Re di Vulgaria, vede la loro bella macchina, soprannominata Chitty Chitty Bang Bang, e decide di impadronirsene, utilizzando ogni mezzo.

Da qui un susseguirsi di avventure, inseguimenti e chi più ne ha più ne metta, con in mezzo anche personaggi curiosi, come l’acchiappabambini o il giocattolaio (interpretato da Benny Hill).

VALUTAZIONE DI  “CHITTY CHITTY BANG BANG”.

Ogni tanto faccio un tuffo nel passato, ripescando film di ormai svariati decenni fa: stavolta andiamo indietro di quasi mezzo secolo, fino al 1968, anno di produzione di Chitty Chitty Bang Bang, una commedia musicale con protagonista l’allora celebre Dick Van Dyke… il quale, per chi non lo sapesse, era lo spazzacamino di Mary Poppins, col film che molto probabilmente ambiva a ripercorrere le orme di colui che lo aveva preceduto di quattro anno, ma che in Italia è rimasto pressoché sconosciuto.

L’intento è abbastanza chiaro non solo per la presenza di Dick Van Dyke, come sempre buon attore, buon comico e ottimo ballerino, ma anche per il genere del film: siamo nella commedia, siamo nei buoni sentimenti, e abbiamo qualche incursione nel musical.

E difatti dal film è stato tratto successivamente un musical… mentre il film, a sua volta, è stato tratto da un romanzo di Ian Fleming. Oltre al romanzo originario, c’è da sottolineare la sceneggiatura di Roald Dahl, autore di romanzi per bambini-ragazzi, nonché discreto frequentatore di Hollywood, giacché diverse sue opere sono state portate su schermo e ad alcune ha anche partecipato come sceneggiatore: ricordiamo GremlinsJames e la pesca giganteWilly Wonka e la fabbrica di cioccolatoFantastic Mr Fox.

In effetti l’intero film ha spiccata una nota d’infanzia, inserendosi perfettamente in quel filone di film educativi e per famiglie di quegli anni.

Nonostante un’eccellente colonna sonora (all’altezza se non addirittura superiore, per quanto la cosa possa sembrare improbabile a chi non abbia mai visto il film in questione), tuttavia, la distanza col capolavoro Mary Poppins è ampia, pur non essendo Chitty Chitty Bang Bang affatto male. Nel complesso, infatti, il film è sufficientemente gradevole e vivace e la brillante colonna sonora gli dà qualcosa in più, pur se nel complesso gli manca una visione d’insieme unitaria e gli sfugge il livello del grande film.

SCENE O CITAZIONI DA  “CHITTY CHITTY BANG BANG”.

Anche a livello di insegnamenti pare avere qualcosa in meno rispetto al suo celebre dirimpettaio (parlo sempre di Mary Poppins, con cui il paragone è inevitabile), e sembra essere più un divertissement avventuroso che non un film educativo-ispirante… tuttavia, proprio a fine film, qualcosa propone, sotto forma di alcune frasi, che a dire il vero sembrano un po’ fuori contesto rispetto a quanto proiettato fino a quel punto, e che proprio in questo senso sembrano piazzate più come messaggio che non come dialogo funzionale alla trama.

Una riguarda obiettivi e sogni:
“– Allora i sogni si avverano?
– Sì, certo che si avverano. Ma bisogna essere pratici.”

Un’altra invece sa proprio di frase di genere esistenzial-spirituale, e difatti stupisce la sua presenza nel film… ma è comunque apprezzata anche se un po’ spuntata dal nulla.
“Bisogna arrendersi ai fatti.
Un uomo deve vedere le cose come sono.”

A questa poi si aggiunga una scena curiosa, e anch’essa praticamente fuori contesto, in cui il protagonista, dopo essersi voltato casualmente verso uno specchio, si guarda in modo rapito, senza che tale soffermarsi abbia alcuna valenza per la trama. Ciò, peraltro, avviene durante uno dei più bei momenti del film, non comico ma anzi dall’aria drammatica, nonché anch’esso potenzialmente simbolico… e che simbolismo: una donna-bambola messa su un carillon di fronte a due specchi danza e canta del suo essere una prigioniera che cerca di fuggire dalla sua prigionia per ritrovare il suo amore (testo, ripeto, totalmente avulso dalla trama). A ciò si aggiunga anche il pavimento a scacchi, un candelabro a sette braccia, un fuoco acceso in lontananza, delle guardie tutte intorno, e un pubblico vestito in pompa magna (tinto tutto di viola, per chi volesse cogliere qualche simbolo anche nei colori) ma essenzialmente infantile che guarda lo spettacolo.

In tale ottica, non dimentichiamo che il film è stato sceneggiato da Roald Dahl, il quale in Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato ci ha proposto una figura piuttosto elevata (centratura e amore incondizionato), seppur nascosta da tutto l’ambaradan dei cioccolati.

CONCLUSIONE.

Chiudendo l’articolo dedicato a Chitty Chitty Bang Bang, pur non essendo esso un film irrinunciabile in senso cinematografico, sono contento di averlo conosciuto, sia per l’aspetto musicale, sia per il suo vivace bailamme, nonché per i vari spunti sparsi soprattutto nel finale.

Tra le canzoni e gli elementi simbolici, per quanto sporadici, la visione vale la pena.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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