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Babadook (film)

2 Mag 2022 | Senza categoria

Review of: Babadook
Product by:
Jennifer Kent

Reviewed by:
Rating:
4
On 2 Maggio 2022
Last modified:1 Luglio 2025

Summary:

SCHEDA DI "BABADOOK".

Babadook (film)SCHEDA DI “BABADOOK”.

Titolo: Babadook.
Genere: horror, psicologico.
Regista: Jennifer Kent.
Anno d’uscita: 2014.
Attori: Essie Davis, Noah Wiseman, Daniel Henshall, Hayley McElhinney, Barbara West (II), Benjamin Winspear, Cathy Adamek, Craig Behenna, Adam Morgan, Peta Shannon.
Valutazione qualitativa (1/5 stelle): ⭐⭐⭐⭐.
Livello di interesse esistenziale (1/5 stelle): ⭐⭐.
Dove lo puoi acquistare: https://amzn.to/4lBQErr.

 

TRAMA DI “BABADOOK”.

Ecco la trama sommaria di Babadook, film di produzione australiana: Amelia è una donna che ha dovuto crescere da sola il figlio Samuel, visto che il padre Oskar è morto il giorno stesso della nascita del bambino, in un incidente stradale, proprio mentre accompagnava la moglie in ospedale per il parto.

Per di più, Samuel è un bambino alquanto particolare e, per certi versi, anche inquietante: appassionato di trucchi di magia, afferma di vedere dei mostri e si fissa su un mostro in particolare, tale Babadook, una volta trovato in casa un libro illustrato che parla del suddetto mostro (con illustrazioni e rime alquanto evocative).

Se prima le cose erano difficili, da quel momento prendono una piega del tutto spaventosa: rumori, apparizioni, libri distrutti che riappaiono, allucinazioni, etc.

VALUTAZIONE DI “BABADOOK”.

Era da molto tempo che non guardavo un film horror: quand’ero ragazzino mi attraevano molto, ma poi l’attrazione è passata e quindi ho smesso di guardarli. Ho tuttavia voluto fare una prova con Babadook, notissimo film horror diretto nel 2014 da Jennifer Kent, regista che peraltro mi era del tutto sconosciuta.

Del film tuttavia online si parlava piuttosto bene: produzione di basso profilo economico e pubblicitario, ha tuttavia ottenuto cinque volte più di quanto speso per la produzione, divenendo una sorta di film culto del genere, nonostante sia un film assai recente.

Il buon successo di Babadook è meritato: il film, pur con mezzi tecnici relativamente poveri, è ben architettato e ben eseguito, e lavora sul vero terrore, quello interiore, piuttosto che proporre rumori ad alto volume o effetti speciali appariscenti, come invece fanno i film horror di scarso livello.

Anzi, il film guadagna un substrato psicologico e persino esistenziale, dal momento che, in verità, non tratta tanto di demoni esteriori, quanto di demoni interiori, quelli che ognuno deve affrontare, sconfiggendoli se ce la fa, o quantomeno tenendoli a bada nella cantina di casa (simbolicamente, il luogo dell’inconscio, dell’io profondo, dove infatti le cose iniziano e finiscono, e che la protagonista stessa afferma essere un posto “pericoloso”).

SCENE O CITAZIONI DA “BABADOOK”.

In tal senso, è emblematica, e persino didattica, una frase del film: “Tu lo hai fatto entrare. Tu lo devi far uscire”.

È sempre così, in verità, per qualunque demone interiore: siamo noi che li facciamo entrare e che li alimentiamo; siamo noi che dopo dobbiamo farli uscire… magari dopo averli nutriti e accuditi per un’intera vita.

Altra frase di grande impatto, valida anch’essa per ogni squilibrio/disagio interiore: “Più tu neghi, più io sarò forte”.

Altre tematiche trattate dal film, in modo più o meno palese o nascosto: il senso di inadeguatezza, il senso di solitudine, la forza/fragilità, i rapporti madre/figlio, padre/figlio, moglie/marito. Insomma, in Babadook c’è parecchio, sotto le mentite spoglie di un film dell’orrore.

CONCLUSIONE.

Segue un commento conclusivo.

Davvero eccellenti le interpretazioni dei due protagonisti, Essie Davis e Noah Wiseman: il bambino, in particolare, è ottimamente caratterizzato nel suo oscillare tra inquietudine e affetto vero per la madre. In effetti, l’elemento di fondo del film, ancora più che l’orrore e lo squilibrio interiore, è l’affetto devoto che il piccolo prova per la mamma, a rischio stesso della sua vita.

Un’ultima considerazione, relativa alla fine della storia: la donna ha il coraggio di affrontare il suo demone, ma non di sconfiggerlo. Molto pragmaticamente, il demone è confinato in cantina e nutrito con terriccio e vermi, in cambio di una sorta di quieto vivere collettivo. Spostando la situazione, per analogia, al mondo interiore-spirituale, questo è solo il punto di mezzo: il demone, infatti, va sconfitto ed eliminato del tutto, e deve cessare qualunque forma di nutrimento basso (per quanto “controllata”). I vermi rappresentano le energie basse, le quali vanno trascese del tutto, e non solo tenute sotto controllo.

Ma, d’altronde, per come si erano messe le cose nel film, e per come si mettono le cose per alcuni esseri umani, la conquista di una tranquilla situazione di stasi, da cui magari ripartire e in seguito progredire, è già un notevole successo. In tal senso il film è piuttosto aderente alla realtà psichica umana.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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