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Realtà senza veli – John De Ruiter (approfondimento)

9 Set 2014 | Esistenza

Product by:
John De Ruiter

Reviewed by:
Rating:
2
On 9 Settembre 2014
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Bentrovati a questo nuovo articolo di approfondimento.
Oggi siamo in compagnia di John De Ruiter con il suo Realtà senza veli, trascrizione di alcune conferenze e incontri dal vivo tenuti dall’autore canadese.

Realtà senza veli - John De Ruiter (esistenza)Titolo: Realtà senza veli (Unveiling reality).
Autore: John De Ruiter.
Argomenti: esistenza.
Editore: Tecniche Nuove.
Anno: 1999.
Voto: 5.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libri, Amazon.

 

Bentrovati a questo nuovo articolo di approfondimento.
Oggi siamo in compagnia di John De Ruiter con il suo Realtà senza veli, trascrizione di alcune conferenze e incontri dal vivo tenuti dall’autore canadese una quindicina di anni fa.

Cominciamo da uno spunto breve, che potrebbe essere interessante per coloro che hanno difficoltà a interrelazionarsi, o anche solo vedere, la sofferenza altrui. Come sempre, l’effetto speculare dell’esistenza è ovunque.
“Molti di noi non riescono a regere il dolore e la sofferenza altrui, poiché non vogliono o non riescono a prendere contatto con la propria sofferenza e il proprio dolore.
Le quattro dimensioni esistenziali dell’amore gentile, della compassione, della gioia e della serenità vanno sviluppate per potersi prendere cura di se stessi e degli altri.
Il disgusto per l’altro riflette il rifiuto verso alcuni aspetti che solo nella verità profonda di noi stessi possiamo risolvere e sciogliere.”

Ora un brano più lungo sul principale rischio dei cammini spirituali.
“Quando le persone seguono un cammino, soprattutto se lo fanno con una certa ansietà, la loro coscienza si apre, certamente, e si approfondisce; queste persone diventano più rilassate, meno rigide.
Però accade anche qualcos’altro. Si viene a creare una struttura interna molto sottile, intricata, sofisticata, una struttura che le spinge a ottenere di più: più complessità, più conoscenza, vogliono sapere come muoversi, come essere, come fluire. A queste persone importa molto essere come sono, ed è molto importante per loro essere considerate “spirituali”. E chiunque non sia come loro viene visto come… inferiore.
È una cosa che succede sempre quando si segue un cammino spirituale. In realtà non lo segui per amore di ciò che è vero, ma per te stesso. Di conseguenza, qualsiasi cosa accada lungo la via è qualcosa di cui ti “impossessi”. Ti incammini sul sentiero solo perché da un “qualcuno” mediocre ti puoi trasformare in un “qualcuno” sofisticato, spiritualemente raffinato.
Se è la Verità che ti interessa, non c’è nessun sentiero da seguire. Se la Verità è davvero quel che vuoi, se sei pronto a donarti interamente ad essa, allora dentro di te, all’improvviso, vi è la resa, una totale rinuncia a tutto quello che stai facendo e a tutto quello che hai ottenuto per te stesso, nel cercar di essere “qualcuno”. E c’è come un semplice abbandonarsi, un adagiarsi nella consapevolezza interiore.
Questo riposo, questa cessazione di ogni sforzo e affanno per star dietro a un programma personale, sei tu, tu in qualità di coscienza, che finalmente dimori in una modalità vera dell’essere. Se tu, in quanto consapevolezza, che stai tornando “a casa”.”

Al contrario dello “sforzo spirituale”, si situa la resa, il famoso abbandono.
“Lasciati avvolgere completamente, incondizionatamente, dalla sensazione di essere a tuo agio con qualsiasi forma di disagio – quando senti che “qualcosa non va” – che incontrerai da adesso in poi.
Non appena sorge in te la sensazione di dover cambiare qualcosa, puoi invece lasciare che sorga dentro di te una risposta nuova, più viva, ossia quella di accettare pienamente, senza condizioni, quello che c’è, così com’è. Non occorre che tu ti impegni a cambiare alcunché.
È allora che sentirai che tutto va bene: ti ritroverai avvolto in un senso di vera, intensa accettazione in qualsiasi circostanza, in qualsiasi situazione che apparentemente “non va bene”.”

Ancora un breve brano sull’attaccamento.
“Finché mantieni qualcosa stretto a te, finché eserciti una qualsiasi forma di controllo nella tua vita, finché hai desideri e bisogni, non sei l’essere.
Sei qualcuno che recita, che finge di essere qualcosa che non è. Stai mettendo in scena un’illusione.
Ed è un’illusione che fa male, che provoca sofferenza.”

Sempre a proposito di resistenza da un lato, e di accettazione dall’altro…
“Non c’è via di fuga possibile dall’essere tutt’uno con la realtà.
Non appena ti separi dalla realtà, tu e lei non siete più un’unica cosa, quindi sorge un profondo malessere. E tutto quello che cerchi di fare nella vita non funzionerà mai.
Ed è un bene che non funzioni. In questo modo hai sempre a disposizione uno specchio: ogni momento della tua vita diventa una cartina di tornasole con cui saggiare la realtà, la verità del tuo fare. Ogni momento della tua vita ti ripete che non funziona.
La consapevolezza è veramente grandiosa!”

E ancora… giacché è un apprendimento evolutivo tra i più importanti tra tutti.
“Non voler stare dalla parte della Verità, che tu sai che è vera, è voler difendere i tuoi diritti personali.
È come se, dentro di te, venisse toccato qualche tuo diritto. Allora sorge l’ostinazione, secondo la quale quel tale diritto ha un valore, mentre non ne ha. È solo superficiale, non esiste nessun diritto interiore che sia profondo e che abbia un valore vero.
Aggrapparsi a qualcosa interiormente è dare energia a un proprio diritto. Se ti accanisci contro qualcuno, o contro una data circostanza, è perché credi profondamente che sia stato leso un diritto che ti appartiene. Credi che qualcosa ti stia portando via quel diritto e che, quindi, non potrai ottenere quello che vuoi.
Rimanere aggrappato a qualcosa dentro di te è soltanto identificarti nell’idea che qualcosa sta in mezzo tra te e la tua felicità, e la ostacola.
Se invece tu non avessi alcun diritto, nemmeno uno, dentro di te… saresti libero.
Più sono i diritti che ti arroghi interiormente, più dovrai dedicare la tua vita a proteggerli.”

E con quest’ultima citazione abbiamo terminato con Realtà senza veli di John De Ruiter.
A presto con i prossimi articoli di approfondimento.

Fosco Del Nero

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