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Istruzioni per maghi erranti – Andrea Panatta (approfondimento)

24 Set 2018 | Crescita personale

Product by:
Andrea Panatta

Reviewed by:
Rating:
3
On 24 Settembre 2018
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Bentrovati.
L’approfondimento di quest’oggi è relativo al libro Istruzioni per maghi erranti, di Andrea Panatta.

Istruzioni per maghi erranti - Andrea Panatta (evoluzione personale)Titolo: Istruzioni per maghi erranti.
Autore: Andrea Panatta.
Argomenti: crescita personale.
Editore: Spazio Interiore.
Anno: 2015.
Voto: 6.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Bentrovati.
L’approfondimento di quest’oggi è relativo al libro Istruzioni per maghi erranti, di Andrea Panatta.

La prima citazione concerne il principio speculare, e avvisa il viandante che fuori vedrà solo e semplicemente un riflesso di ciò che egli ha dentro.
“Il mago errante deve avere subito chiaro che il 99% di quello che percepisce è percepito attraverso la personalità ed è quindi il prodotto di sue proiezioni più o meno consapevoli.
Questo fa sì che il mago errante si troverà sempre a incontrare ciò che si aspetta, ciò che ama e brama di più, ciò su cui fantastica, ma anche e contemporaneamente ciò che sub consciamente teme e odia.
Sperimenterà sempre, quindi, i risultati dei suoi attaccamenti e delle sue avversioni. Tenderà a vedere nel mondo tutti i fantasmi conservati al proprio interno fintanto che non opererà un atto di cesura nei confronti delle proiezioni che creano tali fantasmi nel reale. Incontrerà contraddizioni nel mondo fintanto che conserverà dualismi e contraddizioni all’interno di sé. Incontrerà nemici e disastri fintanto che al suo interno avrà parti di sé che gli sono nemiche e contro le quali continuerà a combattere.
La proiezione è lo strumento che l’essere usa allo scopo di farci vedere ciò che, altrimenti, resterebbe invisibile, nascosto nelle profondità della mente subconscia.”

Secondo brano proposto: stavolta ci accostiamo al principio dell’accettazione… e come sempre di mezzo c’è la responsabilità personale.
“Nel resistere a ciò che esiste in questo momento della nostra esperienza di vita, enfatizziamo la nostra supposta mancanza di responsabilità rispetto a ciò che accade, come se dicessimo: “Questo non mi riguarda!”, o “Questo non è me!”, o ancora “Non sono stato io!”.
Ma quello che viviamo nelle nostre realtà, per quanto possa sembrarci terribile, inadeguato, crudele e sbagliato, ci riguarda sempre.”

Andiamo avanti con la terza citazione tratta da Istruzioni per maghi erranti.
Qua parliamo di intuizione e sensazione.
“Un mago non dovrebbe mai andare a cercare segnali nel mondo o credere di vederne in ogni dove.
Sebbene la realtà sottile pulluli di scintille di informazione e ogni cosa esistente possa essere considerata un essere vivente portatore di messaggi, l’atteggiamento del mago errante dovrebbe essere ricettivo, di attesa, piuttosto che di ricerca fervente.
Il mago errante infatti attende che i segnali giungano a lui dal mondo “esterno” e arrivino alla sua attenzione in maniera spontanea, e per far questo si preoccupa di dare il massimo valore possibile e la massima attenzione a ciò che sta vivendo, qualunque sia la situazione in cui si trova.”

Siamo ancora in tema di momento presente e di accettazione; stavolta lo abbiniamo alle prove e ai bivi lungo il percorso.
“Amando ciò che c’è, per quanto orribile possa sembrargli, ed essendo pace con tutto ciò che incontra nel vicolo cieco, il mago errante può iniziare a sciogliere proprio quegli aspetti della sua personalità che lo hanno incastrato in una apparente strada senza uscita.
Amando i propri nemici interiori ed esteriori e smettendo di resistere a ciò che c’è, può fare in modo che l’essere integri le esperienze che sta vivendo e si espanda, apprendendo la lezione e passando oltre.
In ogni vicolo cieco si nasconde in genere un importante esame per il mago errante, esame che esiste al solo scopo di aiutarlo a tirare fuori da sé il suo vero potere attraverso la pulizia della personalità.”

Ecco un altro concetto ben noto nella letteratura di genere: bisogni, attaccamento e indipendenza.
“Tutto ciò che non si può lasciar andare diventa attaccamento.
Tutti i bisogni sono attaccamenti.
Ogni volta che una persona afferma di non poter vivere senza qualcosa o qualcuno, sta sminuendo se stessa, privandosi del proprio potere e, cedendone una parte a quel qualcuno o qualcosa, sta producendo una dipendenza.
Ogni dipendenza è un modo per elemosinare energia dall’esterno poiché si crede, erroneamente, di non poter generare energia da soli.”

Torniamo ora al principio specchio, e uniamolo all’accettazione: siamo in grado di accettare quel che vediamo fuori solo quando abbiamo accettato quel che vediamo dentro.
“Imparando a stare da solo e ad amare le proprie zone d’ombra, il mago errante diverrà gradualmente capace di amarle anche negli altri e di trovarsi quindi a suo agio con chiunque gli si pari davanti, consapevole di essere sempre al posto giusto e al momento giusto.”

Ed ecco l’ultima citazione tratta dal libriccino in questione. Essa è dedicata alla centratura.
“Il senso della grandezza non è nella realizzazione di qualcosa di grande, ma nell’ampiezza della propria centratura, della capacità di essere in pace con tutto quello che esiste.
La grandezza del mago errante si esprime nella capacità di creare rimanendo distaccato da tutto ciò che egli stesso ha creato, poiché nessuna grandezza può prodursi senza una vera centratura.”

Abbiamo così terminato col libriccino Istruzioni per maghi erranti di Andrea Panatta.
Saluti e buone cose a tutti.

Fosco Del Nero

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