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I racconti di Belzebù a suo nipote – George Ivanovitch Gurdjieff (approfondimento)

11 Mar 2019 | Esistenza, Quarta via

Product by:
George Ivanovitch Gurdjieff

Reviewed by:
Rating:
4
On 11 Marzo 2019
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

I racconti di Belzebù a suo nipote di G.I. Gurdjieff è lungo quasi 1000 pagine, ma per mia fortuna non è particolarmente fitto di citazioni...

I racconti di Belzebù a suo nipote - George Ivanovitch Gurdjieff (esistenza)Titolo: I racconti di Belzebù a suo nipote (Récits de Belzébuth à son petit-fils).
Autore: George Ivanovitch Gurdjieff.
Argomenti: esistenza, quarta via.
Editore: Neri Pozza.
Anno: 1925-1930.
Voto: 7.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

I racconti di Belzebù a suo nipote di G. I. Gurdjieff è lungo quasi 1000 pagine, ma per mia fortuna non è particolarmente fitto di citazioni, altrimenti ci avrei perso uno o due anni per ricopiarle una ad una.

Pur così, ne I racconti di Belzebù a suo nipote si trova tanto, da cui l’imbarazzo della scelta nel redigere questo articolo di approfondimento.
Selezionerò, dunque, e magari il resto finirà nella pagina facebook.

Cominciamo da un brano in cui si biasima la violenza e la sopraffazione sulle creature più deboli.
“Per il Creatore la vita che Lui ha creato ha lo stesso valore della tua.
Tu ti avvali della tua forza fisica e della tua astuzia, cioè dei dati che ti appartengono e che il Creatore ti ha assegnato al fine del perfezionamento della tua ragione, per approfittarti della debolezza psichica di un altro essere e distruggere la sua esistenza. Non capisci che così commetti un’azione oggettivamente cattiva?
Pensa un poco, ma non come ti sei abituato a pensare durante tutta la tua esistenza, cioè come un asino del Khorassan, pensa onestamente, sinceramente, come dovrebbe fare un “essere fatto a immagine di Dio”, come tu stesso ti definisci.
È mai possibile che, dopo avervi creati, te e questi esseri ai quali distruggi l’esistenza, che il Nostro Creatore abbia stampato sulla fronte di alcune Sue creature che esse devono essere distrutte in Suo onore e per la Sua gloria?
Chiunque ci pensi seriamente e sinceramente è in grado di comprendere che questo non è proprio possibile.
Questa idea è soltanto un’invenzione degli uomini che si dicono “fatti a immagine di Dio”, e non di Colui che ha creato insieme agli uomini tutti gli esseri di altre forme, che sono distrutti, a quanto pare, per il Suo piacere e la Sua soddisfazione.
Per Lui, la vita degli uomini e quella degli esseri di qualsiasi forma non presenta alcuna differenza. Gli uomini sono “vita”, così come sono “vita” gli esseri di altre forme esteriori.”

Continuiamo a parlare delle altre creature con un brano che collega il consumo di carne alla perdita delle qualità superiori.
“Per quanto riguarda coloro che consumano sempre carne, sebbene lo stato del loro organismo sembri non cambiare, viceversa il loro psichismo, soprattutto nei suoi tratti principali – che vengono indicati talvolta col nome generico di carattere – perde poco a poco le sue qualità positive e morali, e si altera fino a diventare irriconoscibile.”

Ancora sull’alimentazione: Gurdjieff caldeggia il consumo di cibo fresco in luogo del cibo industriale e conservato, abitudine questa che stava iniziando a imporsi ai suoi tempi.
“La disarmonia delle funzioni dello stomaco è dovuta a parecchie cause definite, comprensibili persino alla ragione normale di un essere tricerebrale ordinario.
La più importante di tutte è che, fin dalla formazione della loro comunità, essi acquisirono a poco a poco l’abitudine, adesso ben radicata in loro, di non utilizzare niente di fresco per il loro primo nutrimento esserico, e di far uso soltanto di prodotti in via di decomposizione.
Si può dire che oggi gli esseri di quel gruppo non consumano mai i prodotti commestibili per il loro primo nutrimento esserico quando contengono ancora tutti gli elementi attivi di cui li ha forniti la Grande Natura e che sono indispensabili a ogni essere per poter esistere normalmente; essi invece prima “conservano”, “congelano” o “riducono a estratto” tutti i loro prodoti, e poi li consumano solo quando la maggior parte degli elementi attivi necessari a un’esistenza normale si è già volatilizzata.
Se questa anomali si è installata nel processo ordinario di esistenza esserica degli esseri tricerebrali di quel nuovo raggruppamento, e continua a difondersi e a fissarsi ovunque fra i tuoi beniamini, è sempre per la stessa ragione: da quanto tutti gli esseri tricerebrali del tuo pianeta hanno smesso di realizzare gli sforzi esserici indispensabili, hanno perso ogni possibilità di cristallizzare in loro i dati esserici grazie ai quali il male causato da una qualsiasi delle loro manifestazioni può essere sentito istintivamente, anche senza la guida di una vera conoscenza.”

Ancora sul cibo, tema spesso affrontato durante l’opera: fa quasi ridere leggere una critica alla manipolazione del grano. Oggi parleremmo di condanna dei cibi OGM (a dimostrazione che gli esseri più svegli vedono le linee di tendenza in corso nei loro tempi e che deflagreranno nei decenni e nei secoli successivi).
“Fin dal principio e con tutti i mezzi essi si accanirono su quel grano divino per dare al prodotto a cui serve da base ‘un’apparenza bella e seducente’.
Inventarono a tal scopo ogni sorta di macchine con cui rifilare, lucidare, ripulire e levigare quel grano che aveva avuto la sfortuna di crescere sul loro continente, fino alla completa distruzione di tutti gli elementi attivi concentrati sulla superficie dei chicchi, sotto la cosiddetta pula, e che sono appunto destinati dalla Grande natura a rinnovare nella presenza generale degli esseri tricerebrali ciò che è stato da loro utilizzato nel servirla degnamente.
Perciò, figliolo, il pane fatto col grano che cresce in abbondanza su quel continente oggi non contiene più niente di utile per gli esseri che lo consumano; le sole cose che essi ne ricavano sono dei gas nocivi e quelli che si chiamano ‘vermi intestinali’.”

Prima di passare ad argomenti più “sottili”, vediamone un altro di tipo “fisico”: parliamo dei liquidi sessuali, definiti come una sostanza sacra, e di come invece il genere umano ha preso ad utilizzarli.
“Prima di continuare a raccontarti come si svolsero i fatti, ti parlerò in dettaglio della sostanza sacra, risultato finale delle trasformazioni evolutive di ogni nutrimento esserico, che ci costituisce nella presenza di tutti gli esseri, senza distinzione di ‘sistema di cervelli’.
Questa sostanza sacra che si elabora nella presenza di tutti gli esseri si chiama quasi ovunque ‘hexioekhari’; sul pianeta Terra i tuoi beniamini la chiamano ‘sperma’.
Per la misericordiosissima previdenza e il comandamento del Nostro Padre Creatore Comune e secondo a realizzazione della Grande natura, questa sostanza sacra si forma nella presenza di tutti gli esseri senza distinzione di ‘sistema di cervelli’ o di rivestimento esteriore, affinché tutti, per suo tramite, compiano coscientemente o automaticamente la parte del loro dovere esserico che consiste nella continuazione della specie; ma nella presenza degli esseri tricerebrali si costituisce anche perché essi la trasformino coscientemente per il proprio essere, rivestendone i loro corpi esserici superiori.
Prima della seconda perturbazione transapalniana – che gli esseri tricerebrali contemporanei definiscono con le parole ‘disastro del continente Atlantide’ – ai tempi in cui nella loro presenza cominciavano a cristallizzarsi diverse conseguenze delle proprietà dell’organo kundabuffer, appare progressivamente in loro un impulso esserico che più tardi divenne dominante. Questo impulso oggi si chiama ‘godimento’ e, per soddisfarlo, essi arrivano ad esistere in un modo indegno per degli esseri tricentrici, cioè la maggior parte di loro cominciò progressivamente ad utilizzare l’espulsione di questa sostanza esserica sacra per il solo soddisfacimento di detto impulso.
La maggioranza degli esseri tricerebrali del pianeta Terra si mise quindi a provocare l’espulsione di questa sostanza, continuamente elaborata in loro, al di fuori dei periodi normalmente stabiliti dalla Grande Natura, conformemente all’organizzazione degli esseri, con l’unico fine della continuazione della specie; e siccome la maggior parte di loro aveva anche smesso di utilizzarla coscientemente per il rivestimento dei corpi esserici superiori, accadde che quando non la eliminavano con i mezzi che per loro a quel tempo erano diventati meccanici, essi provavano naturalmente uno stato che loro stessi avrebbero definito con le parole ‘non star bene nella propria pelle’, stato che inevitabilmente si accompagnava a una ‘sofferenza meccanica’.”

Rimaniamo ancora in parte sul fisico, con un brano di genere… feng shui.
“Le dimensioni e la forma generale dell’interno di un locale non sono le sole ad esercitare un’enorme influenza sugli uomini e sugli animali, ma anche curvature, sporgenze, angoli, anfratti delle pareti, ecc, contribuiscono sempre, con le modifiche che apportano alle vibrazioni prodotte nell’atmosfera del colace, a migliorare o impoverire le vibrazioni soggettive degli uomini e degli animali presenti.
Molti esperimenti evidenziano l’azione funesta che esercita sugli esseri contemporanei di laggiù, la produzione, abbondante e per così dire volontaria, di ciò che essi chiamano “opere d’arte”. Fra queste ultime, c’erano dei quadri, delle statue ed anche, beninteso, le loro famose composizioni musicali.
Ma ciò che emerse da tutti gli esperimenti presentati fu che, in definitiva, le vibrazioni più nocive per gli esseri tricerebrali contemporanei sono quelle provocate in loro dalle cosiddette ‘medicine’.”

Passiamo ora a cose meno visibili, ma nondimeno fattive: l’influenzamento reciproco.
“Tutti gli esseri, sia presi isolatamente sia in gruppi grandi o piccoli, sono assolutamente obbligati o a influenzare o a subire influenza di altri.”

La legge di risonanza.
“Un gran numero di persone sensate ha già potuto osservare che gli esseri dei due sessi vittime della medesima malattia si cercano sempre, consciamente o istintivamente, e finiscono sempre per incontrarsi, comprovando ancora una volta il vecchio proverbio ‘gli imbroglioni si riconoscono fra loro da lontano’.”

Fiducia e cammino: come dire, a ciascun giorno basta la sua pena
“Cerca di non pensare a problemi che per te è ancora troppo presto affrontare.
Ogni cosa a suo tempo.”

Presenza… per quanto il motteggio sia in tal senso quantomeno ironico.
“In lui c’è di tutto, tranne lui stesso.”

Segue adesso una frase su come in tanti cercano di colmare il vuoto interiore con arredi esteriori, ciò che è tutt’oggi la pratica più praticata tra tutte.
“Oggi come allora, ai tuoi beniamini è sempre piaciuto agghindarsi con perle e turchesi, come d’altronde con tante altre ‘preziose carabattole’, al solo fine, dicono, di ‘ornare’ il loro aspetto esteriore.
Ma se vuoi la mia opinione, lo fanno semplicemente per istinto, nella speranza di far rialzare il loro ‘valore interiore’, di per sé nullo.”

Andiamo a chiudere l’articolo su I racconti di Belzebù a suo nipote con due brani di grande importanza.
Il primo ci parla di gerarchia evolutiva, consapevolezza e buon senso.
“Se un essere ti è superiore in Ragione, inchinati davanti a lui e cerca di imitarlo in tutto.
Se invece ti è inferiore, sii giusto verso di lui, perché un tempo tu hai occupato il suo stesso posto.”

Il secondo ci dice qual è lo scopo della nostra esistenza, e nel definirlo ci parla anche della schiavitù.
“La vita ci è stata data per uno scopo elevato, e tutti insieme siamo tenuti a servirlo.
In ciò consiste la nostra ragion d’essere, e il senso stesso della nostra vita.
Tutti gli uomini senza eccezione sono schiavi di questa ‘grandezza’, tutti devono sottomettersi senza discutere, e compiere senza menzogna né compromessi di alcun tipo ciò che per ciascuno è determinato secondo il suo essere, ossia in base a ciò che gli è stato trasmesso per eredità e a ciò che ha coscientemente acquisito di persona.
Il vero uomo, che ha già acquisito il suo ‘Io’, così come l’‘uomo tra virgolette’, che non lo possiede, sono entrambi schiavi di questa “grandezza”; tuttavia esiste fra loro questa differenza: il primo, assumendo un atteggiamento cosciente verso la propria schiavitù, acquisisce la possibilità, pur servendo la realizzazione universale, di consacrare una parte delle proprie manifestazioni, in conformità alle previsioni della Grande Natura, all’acquisizione di un ‘essere imperituro’, mentre l’altro, poiché non prende coscienza della propria schiavitù, rimane durante tutto il processo della sua esistenza una semplice cosa che, quando non se ne ha più bisogno, viene distrutta per sempre.”

Abbiamo così terminato l’approfondimento de I racconti di Belzebù a suo nipote di George Ivanovitch Gurdjieff.
Al prossimo articolo.

Fosco Del Nero

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